Napoli. Una camorra “corpuscolare”, fatta di tanti gruppi e sottogruppi che si contendono il territorio e lottano per conquistare ogni singola piazza di spaccio. Arrestato Walter Mallo del rione Don Guanella e i suoi fedelissimi, decapitati i Lo Russo di Miano e gli Abete-Abbinante di Scampia, a dominare la scena, come rivela il Roma, è un inedito patto criminale tra i Vanella-Grassi di Secondigliano e i Licciardi di Masseria Cardone.
L’alleanza di Secondigliano, dunque, si “rinnova”. Accanto agli storici Contini e Mallardo (più attenti al riciclaggio di capitali in attività paralegali), i Vanella-Grassi sono ormai integrati negli affari criminali a Nord di Napoli e gestiscono una parte consistente degli affari. Il patto prevede la co-gestione dello spaccio, oltre che un accordo di non belligeranza.
A sostenere la tesi di un asse camorristico tra i due clan vari indizi. I Licciardi non sono mai entrati in guerra, né nella prima che nella seconda faida di camorra. Non hanno mai battagliato per gli Amato-Pagano, né per i Di Lauro. E neanche per i Vanella-Grassi durante la guerra intestina scoppiata nel cuore degli Scissionisti.
Attualmente, la mappa del crimine a nord di Napoli vede il controllo da parte dei Vanella-Grassi di Secondigliano, cupa dell’Arco e alcuni lotti di Scampia. Altre zone di Scampia sono ancora sotto il controllo degli Abete-Abbinante. Miano resta nelle mani degli ultimi dei Lo Russo scampati agli arresti e sotto l’influenza dei Licciardi. Mugnano e Melito restano invece le roccaforti indiscusse degli Amato-Pagano, ormai confinati in provincia dopo la seconda faida di camorra che vide trionfare i “girati” della Vanella.