Agguato allo “Scoiattolo”, incubo faida tra banda delle “paparelle” e clan Mallardo

Giugliano. E’ stato rintracciato nella giornata di ieri ‘o Scoiattolo, alias del 57enne Gennaro Catuogno, presunto obiettivo dei killer nell’agguato di mercoledì scorso all’interno delle palazzine di Giugliano. Il pregiudicato è stato ritrovato a casa ed è stato ascoltato per diverse ore dalla polizia. Ha confermato di trovarsi nei pressi del circolo al momento degli spari ma di non aver visto nulla. L’uomo presentava però diverse ferite sulle braccia ed in altre parti del corpo, verosimilmente provocate della schegge di vetro causate dai proiettili che si sono conficcati nel portoncino del locale ricreativo, situato tra via Agazzi e via Montessori.

Catuogno secondo gli investigatori sarebbe legato all’ala scissionista del clan Mallardo, ovvero alla fazione De Biase nota anche come banda delle paparelle dal soprannome del ras scomparso Michele. E proprio nell’ambito di questa scissione potrebbe inquadrarsi la sparatoria del rione Ina casa, la seconda in pochi mesi. Nell’ottobre scorso, infatti, i sicari entrarono in azione sempre in via Montessori. Anche quel raid però fallì ed a quanto pare l’obiettivo era il figlio di Michele De Biase.

Adesso le analisi del sangue ritrovato all’interno del circolo potrebbero chiarire definitivamente l’identità del bersaglio dei sicari nell’ultimo raid eseguito con un fucile a canne mozze. Intanto, sempre nella giornata di ieri, i carabinieri, dopo un muro di silenzio iniziale, hanno ascoltato diversi testimoni, passanti o residenti, che hanno fornito dettagli utili agli inquirenti per ricostruire la dinamica dei fatti e cercare di identificare il commando entrato in azione a bordo di scooter.

Indagini aperte dunque e condotte dai militari dell’Arma di Giugliano, guidati dal capitano Antonio De Lise, e coadiuvati dai colleghi del nucleo investigativo di Castello di Cisterna. L’attenzione delle forze dell’ordine resta dunque alta sul quartiere popolare di via Colonne ed il rischio di una faida di camorra, dopo una pax mafiosa durata per anni, resta concreto. I vertici della cosca, infatti, potrebbero non aver gradito l’alzata di testa del nuovo gruppo ed avrebbero deciso di rispondere con le armi.

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