Domenica parte la stagione del Football in Italia e Napoli ha l’unica squadra rappresentante il Sud in Prima Divisione, i Briganti.
A presentare la stagione è un Rookie, Antonio De Martino, 19enne, di professione Wide Reciver. Il WR, il ricevitore, è uno dei ruoli in grado di regalare più spettacolo grazie ad una grande velocità ed agilità. Il loro compito è quello di ricevere, per l’appunto, il passaggio del quarterback per guadagnare yrd o andare direttamente in touchdown.
De Martino ci dice che “sono ormai sette mesi circa che ho tra le mani un pallone da football e tra poco mi appresto ad affrontare con i Briganti il campionato di prima divisione, pertanto penso sia immaginabile l’insieme di emozioni che mi coinvolge in questo periodo” non nascondendo una certa emozione oltre che “la paura di fare figuracce e di farmi male, perché la paura è un sentimento normalissimo, ce l’hanno tutti, anche i coraggiosi, solo che quest’ultimi l’affrontano “di petto”. Anche nel mio primo scrimmage contro i Legio avevo paura, ma guardare i miei compagni, in particolare il capitano Gianni, disposti in formazione ad affrontare la mischia mi ha aiutato a prendere sicurezza e a fare la mia prima ricezione”. Sul campionato, “quest’anno i Briganti non hanno nulla da perdere e tutto da imparare. Personalmente sono convinto che sarà un anno che ci darà molta esperienza. L’avversario che temo di più? L’avversario che temo di più e quello contro cui bramo di giocare coincidono: è sempre il prossimo, quindi ora i Warriors, la prossima i Giaguari e così via. Favorito? Sembra scontata un’ altra dittatura dei Panthers Parma in questa stagione, tuttavia interessanti sembrano essere anche i Giants Bolzano e i Seaman Milano. Sarà proprio il confrontarsi con tali corazzate a spronare i Briganti, saranno queste partite a fornirci l’adrenalina giusta per tentare l’impresa. La vera forza di noi Briganti, consapevoli della nostra storia e del lavoro svolto sul campo, sarà la voglia di lasciare un segno indelebile di tenacia, la voglia di dire la nostra e di essere rispettati come lottatori che siamo”.