Strage di camorra a Melito, s’aggravano le condizioni del baby-boss. Caccia al quinto uomo

Melito. Si aggravano le condizioni di D.A., il baby-boss degli Amato-Pagano coinvolto nell’agguato di via Giulio Cesare di lunedì scorso. Il 16enne oggi sarà sottoposto a un delicato intervento chirurgico al Cardarelli. Un frammento del proiettile che l’ha colpito, infatti, è rimasto conficcato nel torace, vicino a un polmone. Come riporta Il Roma, i medici hanno raccomandato la rimozione immediata per evitare pericolose complicazioni.

Lo stesso baby-boss è stato sentito dagli inquirenti in questi giorni. Ma per ora, in obbedienza alle regole criminali, il 16enne si è trincerato in un rigoroso silenzio e non ha fornito elementi utili agli investigatori e ai magistrati per ricostruire l’esatta dinamica dell’agguato in cui hanno trovato la morte Mohammed Nuovo e Alessandro Laperuta, quest’ultimo di Afragola.

Carabinieri e Procura sono convinti che sulla scena del delitto, insieme ai due deceduti, al ventenne Raffaele Mauriello e al nipote del boss degli Scissionisti, Raffaele Amato, ci fosse anche un quinto uomo, in via di identificazione. Proprio la presenza di una quinta persona darebbe conferma dell’idea secondo cui, quel giorno, in via Giulio Cesare, prima dell’agguato fosse in corso un summit e che la sparatoria sarebbe esplosa per un regolamento interno al clan degli Amato-Pagano.

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