Calvizzano. La ricorrenza della festa del Santo patrono della città, quest’anno, sarà un evento speciale, perché i fedeli potranno ricevere l’indulgenza plenaria. Come? Recandosi in chiesa ad abbracciare la statua di San Giacomo apostolo.
“È come se ci si recasse – afferma il parroco don Ciro – in pellegrinaggio a Santiago de Compostela”.
Essendo il 2016 un anno particolare, quello della Misericordia, come ha voluto Papa Francesco, tutte le parrocchie diventano giubilari nel giorno del Santo Patrono. Lo sarà dunque anche la chiesa madre di Calvizzano nella serata del 24 luglio fino a tutta la giornata del 25 luglio.
Ma come si svolgerà l’eccezionale evento religioso? Il 24 sera, essendo già solennità di San Giacomo, alle 19 e 30 sarà celebrata la santa messa nell’area di via Galiero adibita a oratorio estivo, dopodiché si sfilerà in processione fino all’ingresso della Chiesa. Alla fine, i fedeli, attraverso la “Porta Santa” (portone centrale messo completamente a nuovo per l’occasione) potranno recarsi dietro la statua di San Giacomo e, dopo averla abbracciata, ricevere l’indulgenza plenaria.
Ma che cos’è l’indulgenza, in particolare quella legata all’Anno santo? Secondo la dottrina della Chiesa cattolica, il peccato grave ha una duplice conseguenza: la privazione della comunione con il Signore (pena eterna, l’inferno) e l’attaccamento malsano alle creature (pena temporale da scontare in purgatorio). Al peccatore pentito, Dio, attraverso la confessione, dona il perdono dei peccati e la remissione della pena eterna. Con l’indulgenza la misericordia divina condona anche la pena temporale per i peccati confessati, aiuta a superare i disordini lasciati nell’uomo dal male commesso. L’indulgenza giubilare è detta plenaria perché è una grazia straordinaria che guarisce completamente l’uomo. Per ottenerla è necessario essersi accostati al sacramento della Riconciliazione, avere la disposizione interiore del completo distacco dal peccato, aver ricevuto l’Eucaristia e aver pregato secondo le intenzioni del Papa. Inoltre serve compiere un’”opera” di pietà, ossia fare un pellegrinaggio in un santuario o luogo giubilare (in tutte le città sono state predisposte basiliche con la Porta Santa), oppure opere di penitenza, cioè astenersi da consumi.
di Mimmo Rosiello