Aversa, famiglia con due bambine dorme nella stazione. “Dove sono i servizi sociali?”

Aversa. “In rete sta circolando una foto che dovrebbe porre molti interrogativi sulla gestione delle politiche sociali, ma anche sulla rete dell’assistenza oltre che sulla sensibilità di tutti in alcune zone della Campania perché non si può lasciare che una famiglia, con due bambine piccole, viva in una stazione ferroviaria come se fosse casa loro”.

A denunciarlo il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e Gianni Simioli, ideatore de La radiazza, per il quale “la foto postata da una guardia giurata è uno schiaffo in faccia per chi crede che in un Paese civile una famiglia con bimbi piccoli non dovrebbe essere costretta a vivere in una stazione ferroviaria”.

“La guardia giurata che ha postato la foto ha raccontato che le bimbe piangevano perché avevano fame e qualcuno è andato a comprare qualcosa da mangiare mentre lui stesso ha portato delle coperte” hanno aggiunto Borrelli e Simioli sottolineando che “questo dimostra che non tutti coloro che hanno visto quella famiglia hanno preferito voltarsi dall’altra parte”.

“Dove sono i servizi sociali? Quella famiglia non vive in un posto isolato, ma in una stazione ferroviaria dove, tra l’altro, passano migliaia di persone, possibile che nessuno se ne sia accorto? Possibile che nessuno si sia posto il problema di trovare una soluzione ai problemi che hanno costretto quella famiglia in quelle condizioni?” si chiedono Borrelli e Simioli auspicando “un intervento immediato dell’Amministrazione comunale che non può far finta di non vedere quel che accade nella stazione aversana e deve trovare una sistemazione per quella famiglia, una volta conosciuti i motivi per cui si è ridotta a vivere in quelle condizioni”.

“Chiaramente, chiediamo ai servizi sociali di non adottare la misura più semplice: togliere le bambine, strappandole ai loro genitori” hanno concluso Borrelli e Simioli per i quali “qualora fosse possibile, la soluzione migliore sarebbe aiutare la famiglia tenendola unita”.

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