Napoli. Il quadro sembra essere ormai chiaro, almeno secondo il racconto del superpentito. Il boss Carlo Lo Russo, capo clan dei cosiddetti “Capitoni” di Miano diventato da poco collaboratore di giustizia, avrebbe raccontato infatti ai pm della Dda di Napoli tutti i particolari del tragico agguato che portò alla morte del 17enne Genny Cesarano, ucciso dai killer della camorra il 6 settembre 2015 alla Sanità.
I responsabili, secondo quanto emerge, sarebbero stati proprio gli uomini dei Lo Russo. Doveva essere una “stesa, un raid intimidatorio contro i “Barbudos” Esposito-Spina-Genidoni, invece i sicari spararono tra la folla e sotto i colpi finì un giovanissimo innocente. Genny non aveva nessun legame con la malavita e sognava di fare il piazzaiolo lontano da Napoli.
Adesso il boss pentito avrebbe fornito nomi e volti dei responsabili di quel terribile delitto. Mancherebbero gli ultimi tasselli da parte degli investigatori per chiudere il cerchio. La famiglia di Genny non ha mia smesso di gridare la voglia di giustizia per il figlio, estraneo ai sistemi della camorra.