Napoli. Assemblea dei cittadini contro l’ipotesi di nuove discariche per smaltire i residui derivanti dalla rimozione delle ecoballe. Questo pomeriggio un folto gruppo di cittadini ed attivisti si è riunito alla rotonda “Titanic”, nei pressi dell’invaso di Chiaiano, nell’assembela denominata “Basta discariche. Si alla riqualificazione del Parco delle Colline”. Si prepara dunque una nuova stagione di proteste dopo l’aggiornamento del piano rifiuti da parte della Regione Campania.
“Le modifiche al piano prevedono, senza vergogna, – affermano gli organizzatori – la possibilità, tra le altre cose, di aprire una nuova discarica nel napoletano in uno tra i siti già individuati dai precedenti commissariati straordinari. I siti in questione sarebbero Giugliano, Marano, Quarto e Chiaiano, tutti territori su cui ha già insistito per anni l’opera di devastazione causata dagli sversamenti legali e illegali. L’impianto dovrebbe contenere 1 milione e mezzo di tonnellate di rifiuti inerti. E’ evidente che nessuno di questi territori può accettare quella che possiamo solo definire come una insopportabile provocazione. Non ci faremo prendere in giro da l’ennesimo bluff che vuole raccontarci che questa discarica non inquina. Ci opporremo – annunciano gli attivisti – come abbiamo fatto in questi anni e dimostreremo che dalle nostre parti i devastatori non metteranno mai più piede, sia che siano vestiti da politici che da imprenditori.”
Intanto arriva anche l’allarme del geologo Franco Ortolani, ex professore della Federico II. Secondo l’esprto, infatti, a Chiaiano non può essere realizzata un’ulteriore discarica perchè si andrebbero ad inquinare le falde. “A Chiaiano nelle cave a fossa non si possono realizzare in sicurezza accumuli/discariche di materiali inquinanti. – spiega il professore – Le cave a fossa sono state realizzate in passato per estrarre il tufo del sottosuolo procedendo ad una escavazione dall’alto verso il basso per una profondità variabile da qualche decina di metri ad oltre 70 metri in relazione alla locale situazione stratigrafica ed idrogeologica. Sono state scavata nell’area flegrea e vesuviana e nella pianura campana dove la falda si trova a qualche decina di metri dalla superficie del suolo. Nell’area flegrea e vesuviana la falda si può trovare a profondità, rispetto alla base della cava, variabile da qualche decina di metri a circa 200 m.”
“Le rocce – sottoliena Ortolani – sono tutte permeabili per cui l’acqua di precipitazione si infiltra nel sottosuolo andando ad alimentare la falda che defluisce verso mare percorrendo, a volte, distanze anche superiori a 20 km attraversando il sottosuolo di aree irrigue ed urbane dove può essere prelevata mediante pozzi autorizzati e non.
Ne discende che la cava è un fosso per cui tutti i fluidi che si accumulano sul fondo sono destinati ad infiltrasi nel sottosuolo raggiungendo la falda.
Se sono liquidi inquinanti – conclude il geologo – causeranno l’inquinamento o l’ulteriore inquinamento dell’acqua sotterranea.”
fonte foto: Egidio Giordano, facebook