La bonifica della Resit in mano a ditte “sospette”

Oltre al danno la beffa: la bonifica della Resit potrebbe finire in mani sospette. Ad affermarlo la giornalista del corriere.it Amalia De Simone che, intervenendo al festival internazionale del giornalismo di Perugia, ha mostrato la lista delle ditte che hanno richiesto di partecipare alla gara indetta dalla Sogesid per la messa in sicurezza dell’invaso.

DITTE SPORCHE
Di queste società molte hanno avuto precedenti problemi con la giustizia nella gestione di lavori di bonifica.
L’appalto – stando alle parole della giornalista – potrebbe finire proprio nelle mani di una ditta che ha avuto in passato esperienze negative nella vicina Bagnoli.

GUAI ANCHE PER LA SOGESID
La stessa Sogesid ha visto i suoi vertici indagati per la questione di Piottello.

ORLANDO: “IL RISCHIO C’È”
Ad intervenire sull’argomento anche il Ministro Orlando che ha parlato “di serie preoccupazioni” per l’infiltrazione della mala nell’affare bonifica. “Per questo abbiamo inasprito le norme sull’antimafia” ha concluso il Ministro.

L’appalto per la bonifica dell’area vasta giuglianese, che anche a Perugia e’ stata la più citata, dovrebbe costare intorno ai 60 milioni di euro: uno stanziamento insufficiente a bonificare la zona ma capace di accendere gli appetiti della camorra.

IL TESORO DI CHIANESE
“I soldi li abbiamo trovati non nei conti dei camorristi ma solo sui conti degli intermediari come Chianese, proprietario della Resit” così ha risposto invece il magistrato Raffaello Magi, che a suo tempo condusse le indagini contro Bidognetti.

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