Vesuvio, definito piano di evacuazione: se scoppia, ecco dove andremo

“Siamo arrivati allo step conclusivo per la messa a punto del piano di evacuazione nell’area del Vesuvio per la cosiddetta zona rossa. Il progetto prevede lo spostamento di 700 mila persone in 72 ore attraverso l’impiego di 500 pulman, 220 treni“. Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, in occasione della presentazione del «Piano Evacuazione Vesuvio», svoltasi stamattina e a cui ha pertecipato anche il capo del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale Fabrizio Curcio.

“Il progetto di mobilità organizzata e ordinata é stato concordato con le Ferrovie dello Stato e con l’Acam – continua De Luca – ma ovviamente dobbiamo completare i piani di protezione civili in tutti i Comuni dell’area interessata. Anche i 5 Comuni che ancora non hanno un piano dovranno presentarlo entro fine mese”. Il primo spostamento dei cittadini stabilito dal piano di evacuazione sarà presso le “aree di attesa”. Poi un secondo step prevede il trasferimento nelle Regioni gemellate.

Ma cos’è la zona rossa? La “zona rossa” è l’area per cui l’evacuazione preventiva è l’unica misura di salvaguardia della popolazione. A differenza di quella individuata nel Piano del 2001, la nuova zona rossa comprende oltre ad un’area esposta all’invasione di flussi piroclastici, definita “zona rossa 1”, anche un’area soggetta ad elevato rischio di crollo delle coperture degli edifici per l’accumulo di depositi piroclastici (ceneri vulcaniche e lapilli), definita “zona rossa 2”

Elenco dei comuni in zona rossa. Di conseguenza, la nuova zona rossa è stata ampliata, rispetto a quella prevista nel Piano del 2001, comprendendo i territori di 25 Comuni. Oltre ai 18 indicati già in zona rossa (Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, Pompei, Portici, Sant’Anastasia, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, San Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase), sono stati ricompresi per intero i Comuni di Palma Campania, Poggiomarino, San Gennaro Vesuviano e Scafati e solo in parte le circoscrizioni di Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio del Comune di Napoli, il Comune di Nola e l’enclave di Pomigliano d’Arco nel Comune di Sant’Anastasia.

Schema dei gemellaggi. Nella stessa direttiva, per garantire l’assistenza alla popolazione dei comuni in zona rossa, è stato ridefinito lo schema di gemellaggio da attuare tra questi e le Regioni e le Province Autonome nel caso di evacuazione preventiva. Lo schema di gemellaggio prevede che la popolazione di Portici sia assistita in Piemonte; di Nola in Valle D’Aosta; di Cercola in Liguria; di Torre del Greco e Somma Vesuviana in Lombardia; di Pollena Trocchia in Trentino Alto Adige; di San Giuseppe Vesuviano, Sant’Anastasia (compreso l’enclave di Pomigliano D’Arco) in Veneto; di Palma Campania in Friuli Venezia-Giulia; di Ercolano in Emilia Romagna; di San Giorgio a Cremano in Toscana; di San Gennaro Vesuviano in Umbria; di Poggiomarino nelle Marche; di Ottaviano e le circoscrizioni di Napoli nel Lazio; di Terzigno in Abruzzo; di Massa di Somma in Molise; di Torre Annunziata e San Sebastiano al Vesuvio in Puglia; di Boscotrecase in Basilicata; di Boscoreale in Calabria;di Scafati e Trecase in Sicilia; e Pompei in Sardegna.

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