Il libro di Mauro Icardi, l’attaccante dell’Inter, ha fatto infuriare la curva nord. Tanto che ieri sera sarebbe stato vittima di un’aggressione da parte di 40 ultras fuori alla sua abitazione. Cori, insulti, striscioni da parte di una trentina di tifosi ma, come racconta la moglie Wanda Nara, l’attaccante e la sua famiglia erano già rientrati in casa.
Le reazioni. «Noi ci siamo, quando arrivano i tuoi amici argentini ci avvisi o la fai da infame?», il testo dello striscione esposto sotto casa. Un clima rovente con Icardi che, per colpa di quanto scritto nella sua autobiografia, rischia concretamente di perdere la fascia di capitano e di dover pagare una multa salatissima. E c’è già chi ipotizza un addio: il Sun parla del suo possibile approdo all’Arsenal. Nella tarda serata è poi arrivato uno spiraglio verso la pace, quando alcuni membri della Nord hanno voluto far arrivare al capitano dell’Inter il messaggio: «Togli il libro dagli scaffali e ripubblicalo senza le pagine incriminate. Se lo fai, ti perdoniamo».
Qual è la pagina del libro che ha fatto rompere i rapporti con gli ultras? I guai con la curva Nord sarebbero nati proprio dal libro di Icardi. Nello specifico a finire sotto accusa è la parte dove il giocatore parla dell’episodio avvenuto a Reggio Emilia dopo la sconfitta contro il Sassuolo. Tre pagine dedicate alla tifoseria estrema, dove l’argentino racconta la sua verità concludendo con un’ammissione: «Avevo sputato fuori queste frasi esagerate». Icardi racconta di aver «trovato il coraggio di affrontare la Curva a fine gara, insieme a Guarin». Prima si legge «mi tolgo maglia e pantaloncini e li regalo a un bimbo. Peccato che un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo. In quell’istante non ci ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: “Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Devi solo vergognarti, vergognatevi tutti”. Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo».