Via libera del Tar allo sgombero della villa confiscata di via Marano-Quarto, ancora occupata da un ramo della famiglia Simeoli. Uno sgombero annunciato in tre occasioni e per ben tre volte rimandato, sempre alla luce dei ricorsi intentati in extremis, presso il Tar e il Consiglio di Stato, da parte degli occupanti dell’immobile. Cavilli giuridici, sospensive e un’estenuante disputa legale incentrata sulle particelle oggetto di confisca, hanno di fatto impedito all’ente comunale di ripristinare le condizioni di legalità. La mega villa oggetto del provvedimento, assegnata nel lontano 2001 Comune di Marano, è occupata, tra gli altri, da Benedetto Simeoli, amministratore delegato della Sime costruzioni.
L’uomo è tuttora recluso nel carcere di Secondigliano, poiché accusato – assieme al padre e al fratello maggiore, Antonio e Luigi – di essere affiliato al clan Polverino. Il mancato sgombero dell’immobile di via Marano-Quarto, la cui gestione dovrebbe essere affidata al Consorzio Sole, aveva indotto il presidente della commissione regionale beni confiscati, Tonino Amato, a lanciare un durissimo grido d’allarme. “Una camorra di colletti bianchi – aveva tuonato Amato all’indomani dell’ennesimo stop – impedisce il riutilizzo dei beni confiscati a Marano. La camorra locale ha un potentissimo apparato di colletti bianchi, che vanta anche ottimi avvocati e burocrati, presenti anche all’interno delle istituzioni”. Un j’accuse che non è passato inosservato.
“Il Comune manterrà la barra dritta sulla questione sgomberi e sul riutilizzo dei beni confiscati – tiene a chiarire il sindaco Angelo Liccardo – Assicuriamo il presidente Amato sulle nostre reali intenzioni, pur nella scarsità dei mezzi e delle risorse, anche sulla circostanza che è già allo studio e in fase di predisposizione il piano di utilizzo dei beni confiscati”. Lo sgombero dell’immobile, nuovi ricorsi permettendo, dovrebbe avvenire nei prossimi giorni.