Arriva la condanna per 46 affiliati della Vanella-Grassi appartenenti al gruppo Leonardi, i “girati” che scatenarono la terza faida di Scampia contro gli Abete-Abbinante. In totale il Tribunale ha inflitto 614 anni di carcere, una vera mazzata per tutti, anche per Antonio Leonardi, il boss pentito ed ex braccio destro di Paolo Di Lauro condannato a 10 anni e 8 mesi.
I figli Alfredo, Felice e Giovanni, anche loro collaboratori di giustizia, sono stati invece condannati rispettivamente a 15 anni e 4 mesi, 12 anni e 10 mesi e 10 anni e 10 mesi di carcere. Sei anni per Umberto Accurso, ultimo dei capi dei “girati” arrestato a Qualiano lo scorso maggio dopo due anni di latitanza.
Una sentenza che mette fine a una delle guerre più sanguinose di camorra avvenute nell’ultimo ventennio tra il gruppo dei Leonardi e dei Vanella Grassi e gli Scissionisti degli Abete-Abbinante. Poi la svolta nel 2014, quando il boss Antonio Leonardi decise di pentirsi. Serrate indagini caratterizzate da intercettazioni telefoniche e ambientali che portarono alla luce retroscena sul traffico di droga e sui meccanismi interni dei clan. Un lungo lavoro giudiziario durato due anni fino alle condanne di oggi.
Le pene. Le condanne più vistose: venti anni per Antonio Di Gennaro; venti anni per Gennaro Iorio; venti anni per Salvatore Aurilio; 20 anni per Salvatore Piedimonte; 18 anni e 4 mesi per Vincenzo Dati; 18 anni per Alfonso Vanacore; 16 anni e otto mesi per Salvatore Barbato. Condanne severe anche per tutto il gruppo familiare della famiglia Leonardi: Alfredo Leonardi incassa 15 anni e 4 mesi; Felice Leonardi, 12 anni e 10 mesi; Giovanni Leonardi, 10 anni. Prende 20 anni Nicola Mincione, 16 Raffaele Mincione, 16 anni e otto mesi Antonio Mincione e Marco Esposito, 15 anni a Francesco Strazzulli, 16 anni e otto mesi per Salvatore Capaldo, Gaetano Riccio, Vincenzo Esposito; 14 anni e 8 mesi a Pasqualina Mincione, mentre vengono inflitti 16 anni e 8 mesi a Giustina Marchese, 17 anni e quattro mesi per Carmine Battaglia, 12 anni e 4 mesi per Vincenzo De Simone; 16 anni e 8 mesi per Salvatore Caputo, 10 anni per Gennaro Magelli, 18 anni e 8 mesi per Gaetano Parziale, 12 anni e 4 mesi per Antonio e Vittorio Marotta, 16 anni e 8 mesi per Pietro Maoloni. Pene tra gli otto e i quattro anni invece per tutti gli altri imputati, accusati di reati legati all’uso di armi e alla gestione delle piazze di spaccio nella zona di Secondigliano.
Foto: Cronache di Napoli