Primato choc in Campania: si muore prima che nelle altre Regioni

Si vive meno in Campania. Almeno ventiquattro giorni in meno rispetto alle altre regioni. Per mortalità evitabile. Il dato choc, come riporta il mattino, emerge dalla lectio magistralis di Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, al Campus Biomedico di Roma.

Si muore perfino per malattie che colpiscono di più in altre zone d’Italia. Il dato si ripercuote anche sull’aspettativa di vita della regione che è di 4 anni inferiore a quella del nord: 76 contro 80. I dati della Campania secondo il presidente dell’Iss, somigliano molto a quelli di bulgaria e Romania.

Un pessimo primato dovuto a vari fattori, dai commissariamenti nella sanità, al blocco delle assunzioni, alle risorse che vedono una maggiore distribuzione al nord piuttosto che al sud. Ad esempio, si registrano nel Settentrione più casi di tumore alla mammella che, tuttavia, fa più morti nel Mezzogiorno. «La disponibilità e l’accesso ai servizi sanitari spiega Ricciardi penalizzano i cittadini del Sud e delle regioni centrali in piano di rientro. Gli screening oncologici, ad esempio, coprono la quasi totalità della popolazione in Lombardia, ma appena il 30 per cento dei residenti in Calabria”.

Ventiquattro giorni di vita procapite in meno contro i 17 della Toscana. Il punto centrale è quello delle «morti evitabili», che in Europa vengono classificate come «trattabili» e «prevenibili».
La mortalità è più alta, anche se i fattori di rischio per la salute sono distribuiti in modo omogeneo sul territorio nazionale, e anzi, ci sia più incidenza di alcune malattie al Nord rispetto che al Sud. Per oltre un quarantennio il Paese aveva omogeneamente guadagnato in media 2 mesi di vita all’anno».

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