Morto ieri a Roma Vittorio Sermonti, attore, regista e scrittore. Così come riporta anche Wikipedia, Sermonti era nato il 26 settembre del 1929 a Roma ed è deceduto all’età di 87 anni. Sua una rilettura di Dante per la Rai che aveva avuto grande fortuna.
Scrittore, saggista, traduttore, regista di radio e tv, giornalista, docente di Italiano e Latino al liceo «Tasso» di Roma (1965-1967), e di tecnica del verso teatrale all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica (1973-1974), consulente CEE (1985-1988), poeta e lettore di poesia — si occupa da sempre dell’energia vocale latente nei testi letterari, ossia del rapporto fra la scrittura e la voce.
Cresciuto nel perimetro di Niccolò Gallo con Giorgio Bassani, Cesare Garboli, Antonio Delfini, Pier Paolo Pasolini, Goffredo Parise e molti altri; Sermonti fu promosso per le stampe da Roberto Longhi (è redattore di «Paragone» dal remoto 1954). Nel 1963, tardivamente, si laureò con lode all’Università Sapienza di Roma in Filologia Moderna con una tesi su Lorenzo Da Ponte, avendo come relatori Natalino Sapegno e Giovanni Macchia. Nel 1956, per meno di un anno, fu iscritto al PCI. Nel 1956-57 visse a Brema, nel 1967-68 a Praga, dal 1975 al 1979 a Torino, dove diresse il Centro Studi del Teatro Stabile.
Sermonti collaborò a diversi giornali: L’Unità, tra il 1979 e il 1982; a Il Mattino, 1985-86; al Corriere della Sera, 1992-94). Nelle sue centoventi regie per la radio (1958-1984), ha lavorato con i più grandi attori del tempo: da Renzo Ricci a Vittorio Gassman, da Paolo Poli a Carmelo Bene, da Sarah Ferrati a Valeria Moriconi.
Dal primo matrimonio con Samaritana Rattazzi (figlia di Susanna Agnelli) ha avuto tre figli, Maria, Pietro e Anna; ha vissuto dal 1983 alla morte a Roma con Ludovica Ripa di Meana, poetessa. Era sua moglie: con lui si era sposato nel 1992.
Opere e romanzi. La sua ultima opera, il romanzo autobiografico Se avessero, è stato nella cinquina del Premio Strega. Ha scritto romanzi (La bambina Europa; Giorni travestiti da giorni; Novella storica su come Pierrot Badini sparasse le sue ultime cartucce), racconti (Il tempo fra cane e lupo), saggi. Alla passione per Dante ha dedicato in particolare tre volumi in forma di racconto critico (L’Inferno di Dante, Rizzoli 1988; Il Purgatorio di Dante, 1990; Il Paradiso di Dante, 1993). Ma ha pubblicato anche versi (Ho bevuto e visto il ragno, cento pezzi facili, Il Saggiatore, 1999 e nel 2009 per Rizzoli, Il vizio di leggere).
Dante e Virgilio e la passione per la Divina Commedia e l’Eneide. Nel 1987 la RAI affidò a Sermonti la registrazione radiofonica di tutti i cento canti della Commedia di Dante, da lui introdotti con una premessa critica del testo. Per questo sforzo si avvalse della collaborazione col filologo Gianfranco Contini, portando a termine la registrazione nel 1992. Nel 1995 iniziò le sue letture pubbliche della Commedia, ampliando le proprie osservazioni critiche, nella basilica di San Francesco a Ravenna, davanti a migliaia di persone; tra il 2000 e il 2002, aggiornando la parte critica, replicò ai Mercati di Traiano e al Pantheon di Roma; dal 2003 al 2005 fu a Firenze (Cenacolo di Santa Croce) e a Milano (S. Maria delle Grazie); nel 2006 a Bologna (Santo Stefano).
Le letture continuarono in altre piazze d’Italia e pure in Svizzera, Spagna, Regno Unito, Argentina, Cile, Uruguay, Israele, Turchia.Negli autunni del 2006 – a Milano, Santa Maria delle Grazie – e del 2007 – Roma, esedra del Marco Aurelio nei Musei Capitolini – lesse in pubblico la sua nuova traduzione dei XII libri dell’Eneide. Fra l’autunno 2009 e la primavera 2010 ha registrato per intero — con la regia di Ludovica Ripa di Meana e a loro spese — la versione definitiva dei cento commenti-racconto e delle cento letture della Commedia di Dante, dei dodici libri dell’Eneide e di 14 «racconti verdiani». Nel giugno 2012 ha registrato, con la medesima regia, la sua traduzione delle Metamorfosi di Ovidio.
VITTORIO SERMONTI LEGGE DANTE