Riciclaggio e camorra i reati imputati agli affiliati del clan Mallardo. Questi i nomi degli arrestati nel blitz del 30 novembre. Oltre ad Anna Aieta c’è Lucente Salvatore, il marito di una figlia di Ciccio Mallardo.
Ai domiciliari De Fortis Nadi Ciro e Gaetano Esposito, imprenditori. L’indagine sarebbe nata a seguito di accurati studi e intercettazioni su vari casi di riciclaggio all’interno del clan Mallardo. I colletti bianchi, secondo l’accusa e la magistratura, avrebbero favorito la cosca egemone a Giugliano. Uno degli impresari è anche accusato di aver favorito i Mallardo per aver assunto la moglie di Ciccio. Un’altra batosta per il gruppo che ultimamente sta subendo molti colpi dalla magistratura.
Oggi i magistrati hanno colpito un’altra ala del clan. Una fino ad ora mai toccata. Già da qualche tempo girava la voce che tutti gli affari fossero gestiti dalle donne, dalle mogli. Erano loro le reggenti. Probabilmente le forze dell’ordine già indagavano da tempo fino ad arrivare ad oggi con due arresti importanti.
L’ordinanza cautelare oggi eseguita rappresenta infatti la più recente conferma della attuale operatività della storica ALLEANZA DI SECONDIGLIANO, raccordo che trova origine nei vincoli parentali stretti tra diverse famiglie camorristiche in quanto le tre sorelle AIETA (Anna, Rita e Maria) hanno sposato rispettivamente MALLARDO Francesco, capo del clan MALLARDO, CONTINI Eduardo, capo del clan CONTINI, e BOSTI Patrizio, capo del clan BOSTI. Le investigazioni hanno quindi consentito di accertare che tale relazione familiare si traduce, a tutt’oggi, in una vera e propria alleanza criminale.
Ciccio ‘E Carlantonio è ancora forte. Le recenti attività investigative svolte nell’anno 2014 attestano il ruolo di MALLARDO FRANCESCO quale assoluto leader della alleanza poiché dalle intercettazioni ambientali registrate nell’abitazione in Sulmona – ove lo stesso MALLARDO Francesco era in stato di detenzione domiciliare – è emerso che esponenti del clan BOSTI/CONTINI si riferivano a lui per l’adozione di decisioni di particolare rilievo da adottare all’interno delle proprie consorterie e di ottenere il suo benestare per effettuare investimenti di particolare rilievo economico.
I reati contestati. Le attività investigative confluite nel procedimento hanno riguardato un considerevole lasso temporale (anni 2010-2016) ed hanno dato conto della operatività di questo gruppo camorristico in diversi settori; ciò ha consentito anche la formulazione di specifici ipotesi di delitti-fine (riciclaggio, esercizio abusivo del credito, violenza privata, illecita concorrenza svolta mediante violenza e minaccia, intestazione fittizia di beni) accanto alla contestazione della partecipazione associativa.
Genero e moglie del capoclan. Le misure cautelari personali sono state emesse a carico di AIETA Anna, moglie di MALLARDO Francesco, e di LUCENTE Salvatore, genero dello stesso capoclan, che si sono rivelati essere i veri motori della consorteria. Secondo quanto ritenuto dal GIP nella ordinanza cautelare essi, oltre ad essere ed i principali interlocutori di MALLARDO Francesco ed esecutori delle sue disposizioni, rilevanti per la prosecuzione della vita del clan (si pensi, ad esempio, alla divisione ed alla consegna degli stipendi agli affiliati, a provvedimenti da assumere nei confronti dei consociati, etc.), hanno mostrato di possedere una propria autonoma sfera decisionale ed una forte capacità organizzativa in relazione ai diversi settori di interesse del sodalizio: AIETA Anna in quello dell’esercizio abusivo del credito e LUCENTE Salvatore nel controllo delle distribuzione del pane, nella gestione di supermercati e di rivendite di fuochi pirotecnici e di caseifici.
L’attività di riciclaggio. L’attività nel settore della panificazione e dei supermercati per il clan si è rivelata essere rilevante sotto diversi aspetti: per il riciclaggio di provviste di origine illecita. – per la mimetizzazione dell’attività degli affiliati — primo tra tutti LUCENTE Salvatore — quali meri operatori economici e di controllare diversi settori commerciali (panifici, caseifici, supermercati, fuochi di artificio).
DE FORTIS NADI Ciro – che è stato raggiunto dalla misura cautelare quale prestanome di LUCENTE SALVATORE- è un imprenditore storicamente attivo nel settore della distribuzione del pane che ha preso LUCENTE SALVATORE quale socio di fatto in diverse società, condividendo con lui strategie imprenditoriali e acquisendo dallo stesso provviste liquide che reimmetteva — proprio attraverso le diverse società — nei circuiti economici leciti.
In questo modo, per il clan MALLARDO, è stato possibile ripulire, nel corso di diverse annualità, grosse somme di danaro e violare sistematicamente le leggi del mercato ai danni di quegli imprenditori puliti che, non potendo contare sulle iniezioni di liquidità come i DE FORTIS, sono stati via via svantaggiati nella competizione concorrenziale.
Dalle indagini è emerso anche che MALLARDO Francesco e AIETA Anna hanno investito grosse somme di danaro (quasi due milioni di euro, di cui è stato disposto il sequestro per equivalente) a mezzo di ESPOSITO Gaetano, in modo da far perdere le tracce della loro origine illecita. Di qui la contestazione di riciclaggio aggravato elevata a carico di ESPOSITO Gaetano, che ha portato all’emissione della ordinanza cautelare a suo carico.
L’intercettazione chiave. La vicenda è venuta alla luce in maniera esplicita dall’ascolto di un’intercettazione ambientale dell’ottobre del 2014, presso la casa di Sulmona ove MALLARDO Francesco era in detenzione domiciliare, relativa ad un colloquio in cui si faceva riferimento a somme di danaro di MALLARDO Francesco che erano destinate a ESPOSITO Gaetano, che aveva già assunto l’impegno di riciclarle. Dal tenore dello stesso si comprendeva che ESPOSITO Gaetano sistematicamente svolge attività di riciclaggio e che nel corso di diversi anni MALLARDO Francesco e AIETA Anna gli avevano consegnato grosse somme di danaro affinché egli ne effettuasse investimenti in maniera diversificata. La conversazione si concludeva con uno scambio di soldi tra ESPOSITO Gaetano e MALLARDO Francesco; tale consegna veniva riscontrata anche dalla registrazione del rumore dell’apertura e chiusura del borsello che ESPOSITO Gaetano aveva portato con sé a cui seguiva la rendicontazione delle somme.
I sequestri. Le emergenze investigative venivano riscontrate anche dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, sono stati sottoposti a sequestro preventivo i seguenti beni: – nr. 22 unità immobiliari; – nr. 2 unità di terreno di varia destinazione; – nr. 3 autoveicoli; nr. 2 motoveicoli; – nr. 1 natante; – nr. 8 società produttive e\o commerciali; – nr. 74 conti correnti e\o contratti di credito; per un valore nominale complessivo di 12 milioni di euro circa, oltre al sequestro per equivalente del valore di due milioni di euro già prima indicato. Contemporaneamente all’esecuzione del provvedimento cautelare sono state eseguite numerose perquisizioni.
ARRESTATI:
- De Fortis Nadi Ciro
- Gaetano Esposito
- Anna Aieta
- Lucente Salvatore
INDAGATI:
- Bianco Carmine, classe ’72, di Giugliano in Campania
- Cipoletta Vincenzo, classe ’66, residente a Giugliano in Campania
- De Fortis Nadi Giovanni, classe ’64, residente a Giugliano in Campania
- Esposito Raffaela, classe ’76, residente a Castel Volturno
- Fiorillo Salvatore jr, classe ‘1983, residente a Napoli
- Gotti Angelo, classe ’74, residente a Napoli
- La Volla Marco, classe ’72, residente a Villaricca
- Lucente Nunzia, classe ’78, residente a Napoli
- Mallardo Teresa, classe ’63, residente a Piscinola
- Mele Giuseppina, classe ’75, residente a Napoli
- Omaggio Mario, classe ‘1989, residente a Napoli
- Pianese Antonio, classe ’77, residente a Villaricca
- Pizzo Cinzia, classe ’68, residente a Giugliano
- Russo Rosario, classe ’83, residente a Napoli
- Stasino Daniele, classe ’85, residente a Pozzuoli