MARANO. Mentre si discute se l’Ufficio del Giudice di pace di piazza Escrivà de Balaguer debba continuare a esistere o trasferirsi definitivamente ad Aversa, presso la sede del Tribunale Napoli nord, Marano, Comune capofila degli enti sottoscrittori dell’ultima convenzione di maggio 2014, a cui compete sia la gestione amministrativa che quella economico-finanziaria, non avrebbe ancora inviato a Melito, Calvizzano, Villaricca, Qualiano e Mugnano i rendiconti consuntivi dai quali risulta la cifra da pagare per il mantenimento della struttura. Somma che supererebbe il mezzo milione di euro, calcolata sulla base di quello che ci ha riferito il dirigente dell’Area amministrativa di Marano, Luigi De Biase.
“Il mantenimento della struttura giudiziaria – dice De Biase, il dirigente che cura l’aspetto amministrativo, mentre la parte finanziaria è di competenza dell’ufficio ragioneria che fa capo al settore economico-finanziario, diretto dalla dottoressa Claudia Gargiulo – costa intorno ai 300mila euro l’anno. Da questa cifra, però, va defalcato il costo del personale, in quanto grava sui Comuni aderenti alla convenzione” .
E’ compito di Marano, dunque, far sapere a ogni singolo ente aderente la somma da pagare. Si tratta di un atto dovuto che va fatto quanto prima, per evitare che qualcuno potrebbe incappare nelle maglie della giustizia contabile, per aver arrecato un danno erariale al Comune di Marano, che finora ha anticipato le spese (consumi energetici, materiale da cancelleria, pulizie, quote di ammortamento dei beni materiali, eccetera) con i soldi del proprio bilancio. Perché, secondo i nostri calcoli, il debito maturato dai Comuni supererebbe il mezzo milione di euro? Prendiamo ad esempio il caso di Calvizzano. La prima convenzione, venne ratificata ad aprile 2013 e fu sottoscritta da sindaci e rappresentanti istituzionali dei 7 comuni (Marano, Villaricca, Melito, Qualiano, Giugliano, Mugnano, Calvizzano) che fanno capo all’importante Ufficio giudiziario. Per Calvizzano, la firma fu apposta da Anna Annunziata, sub commissario dell’epoca, in quanto il Comune era commissariato.
Poi a giugno 2013 si insediò Salatiello che subito decise (atto ratificato il 10 settembre 2013) di recedere dal protocollo d’intesa. L’amministrazione non intendeva più contribuire a sostenere le spese per il funzionamento dell’Ufficio, per scarseggio delle risorse, in virtù della riduzione dei trasferimenti erariali, ma soprattutto per il criterio iniquo con il quale erano state determinate le quote. A Calvizzano spettava pagare 35.727 euro annui, calcolati secondo un criterio che prevedeva, per ogni Comune aderente, l’esborso di una quota fissa pari alla settima parte del 60% dei costi, mentre l’altro 40% veniva coperto con una quota variabile in base al numero di abitanti, facendo riferimento alla popolazione residente (12.737 abitanti per Calvizzano) in base all’ultimo censimento. Il recesso però ebbe effetto a decorrere dal primo gennaio 2014, come previsto dall’articolo 12 del protocollo d’intesa. Quindi per il 2013 Calvizzano avrebbe dovuto versare nelle casse di Marano circa 24mila euro (otto dodicesimi di 35mila727 euro).
Grazie alla spinta del Comune di Calvizzano, rappresentato in più occasioni dall’avvocato Fabio Felaco, delegato dal sindaco, nel 2014 cambiarono le cose: a maggio fu firmato un nuovo accordo (dal quale si ritirò Giugliano) con modalità diverse rispetto a quello precedente. Calvizzano, infatti, non doveva più sborsare 35.727 euro annui, ma 22mila799 euro. Praticamente si strappò un risparmio di circa 13mila euro l’anno. Il Comune, dunque oltre ai 24mila euro del 2013 dovrebbe versare anche una quota del 2014, ammontante a circa 13mila euro, più 22mila799 euro del 2015 e l’anticipo del 2016 (si paga a gennaio di ogni anno), ammontante a circa 11mila 400 euro (50% di 22mila799 euro), per un totale di circa 71mila 200 euro. Aggiungendo le cifre degli altri Comuni che sono sicuramente superiori a quelle di Calvizzano, verrebbero superati abbondantemente i 500mila euro.
di Mimmo Rosiello