Riccardo Vincelli, da Facebook al delitto di Ferrara: lui come Pietro Maso

Lui si chiama Riccardo Vincelli e abita in provincia di Ferrara. Ha 16 anni ed è uno studente di informatica. Fino all’altro ieri una vita normale: Facebook, Instagram, playstation e amici. Finché, il 10 gennaio, non decide di trasformarsi in un killer e di commettere il delitto con cui uccide entrambi i genitori.

Il 10 gennaio scorso il 16enne soffoca nel sonno Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni. Il motivo, così come emerso dalla sua confessione, è tanto banale quanto atroce: i cattivi rendimenti scolastici del ragazzo. Riccardo ha dato una prima versione non corrispondente alla realtà nel tentativo di depistare le indagini: agli investigatori aveva raccontato di essere tornato dopo avere pranzato con un amico e di avere trovato i suoi genitori morti nella casa in cui viveva con loro a Pontelangorino. Il corpo del padre era nel garage, con una busta di plastica avvolta intorno alla testa e diverse lesioni al capo, mentre quello della madre era in cucina. Vincelli aveva chiamato i vicini e poi i carabinieri.

La seconda versione è arrivata dopo. Poco convinti di quanto raccontato, gli investigatori hanno sottoposto a interrogatorio Riccardo Vincelli e il suo amico Manuel. Messi sotto torchio, hanno finalmente confessato l’atroce verità sul delitto di Ferrara. Vincelli avrebbe promesso 1.000 euro all’amico se avesse ucciso i suoi genitori, dandogli un anticipo di 80 euro. La coppia è stata aggredita nella stanza da letto mentre dormivano, soffocati nel sonno. Poi i corpi sono stati trasportati in altre parti dell’abitazione.

L’amicizia tra Riccardo e Manuel durava da tempo. Giocavano ai videogiochi insieme, fumavano spinelli, passavano il tempo su Facebook. Riccardo Vincelli si lamentava spesso dei genitori, del rapporto conflittuale che aveva con loro e del fatto che non volessero comprargli lo scooter. I due marinavano la scuola assieme. Sembra che Riccardo avesse un ascendente sull’altro: più sbruffone, più determinato, meno timido. Alcuni vociferano persino che siano gay, ma nella piccola frazione dove abitavano smentiscono: “Avevano anche una fidanzata”.

Il caso di Riccardo Vincelli e la presenza dei soldi nel delitto di Ferrara avvicinano il personaggio del figlio killer a quello di Pietro Maso. Come riporta Wikipedia, Maso è il protagonista reo confesso di uno dei più clamorosi casi di omicidio a sfondo familiare della cronaca italiana. Aiutato da tre amici, il 17 aprile 1991 nella sua casa di Montecchia di Crosara uccise entrambi i suoi genitori, Antonio Maso e Mariarosa Tessari. La motivazione era intascare subito la sua parte di eredità. Arrestato il 19 aprile 1991, Pietro Maso è stato condannato definitivamente a trent’anni di carcere.

 

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