Camorra, nuova relazione della DIA: ecco chi “comanda” a nord di Napoli

La camorra si evolve, cambia, muta volto. Ma resta ancora profondamente radicata e forte nel tessuto economico e sociale della Campania. A confermarlo la Relazione semestrale della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia, che due volte all’anno aggiorna la mappa criminale di tutte le mafie operative in Italia.

La situazione generale. Frastagliata e complessa la situazione a nord di Napoli, sia nei quartieri periferici del capoluogo che in provincia. “Nell’area settentrionale della provincia di Napoli gli assetti criminali appaiono dinamici – si legge nella relazione -, con la gestione del mercato degli stupefacenti che rappresenta il principale motivo delle frizioni che si sono registrate anche nel semestre. Rimane pregnante, in alcuni territori, la presenza del clan Moccia di Afragola, attraverso gruppi collegati. Analoga considerazione può essere estesa alle famiglie Mallardo e Nuvoletta-Polverino che, nelle rispettive zone di influenza, manterrebbero il controllo delle attività illecite”.

Scampia e Secondigliano. Nei quartieri di Scampia e Secondigliano dominano principalmente due gruppi criminali, entrambi vecchie “costole” del clan Di Lauro di quel Ciruzzo ‘O Milionario che ha tenuto insieme una vasta confederazione criminale a nord di Napoli per quasi un ventennio, prima dello scoppio della seconda faida di camorra che ha disgregato il vecchio cartello in una serie di cellule indipendenti. Oggi a Secondigliano, fino ai rioni Berlingieri e Perrone e al comune di Casavatore, dominano i Vanella-Grassi, gli  “girati”, tutti giovanissimi, il cui boss, Umberto Accurso, appena 24enne, è di recente finito in manette dopo una latitanza durata due anni. L’altro gruppo egemone a Scampia è invece quello degli Abete-Abbinante-Notturno. La cosca gestisce alcune delle piazze più redditizie dell’intera città (case dei Puffi, Sette Palazzi, Chalet Bakù). Secondo una recente informativa degli investigatori, il sodalizio avrebbe messo gli occhi sulla roccaforte degli Amato-Pagano, Melito, come sembrerebbe dimostrare, a maggio scorso, il ferimento di Pierino Caiazza, zio e fratello di tre uomini degli Amato-Pagano, avvenuto sull’asse mediano nei pressi di Afragola. Poche ore più tardi arrivarono in via Cicerone gli arresti di tre uomini, ritenuti affiliati proprio agli Abete-Abbinante-Notturno. Le manette scattarono a pochi passi dalle palazzine popolari, note con il nome di parco X.

Miano-Chiaiano. I Lo Russo sono stati schiacciati da arresti e pentimenti. Dopo l’arresto dell’ultimo dei tre fratelli, Carlo, la storica famiglia egemone del traffico di droga nei quartieri Miano e Chiaiano è allo sbando. Le piazze di spaccio dei “Capitoni”, quelle di via Janfolla e via Miano sono praticamente ferme. Nessun clan ha ancora il coraggio di prendersele, dichiarando apertamente guerra ai Lo Russo, ma c’è già chi approfitta della fase di stasi garantendo il traffico in modo “alternativo”: i pusher dei clan rivali girano a bordo degli scooter ce intercettano gli acquirenti diretti verso le piazze di Miano. In questa situazione di instabilità, ad approfittarne sarebbero i Licciardi. Il clan di Masseria Cardone, pilastro storico dell’Alleanza di Secondigliano, è l’unico che potrebbe sfruttare il vuoto di potere a nord di Napoli allungando i propri tentacoli anche sulle zone dei Lo Russo, con cui hanno mantenuto negli ultimi tempi un patto di non belliggerenza, favorito anche dalla presenza di un nemico comune: Walter Mallo. Ma Mallo, insieme ai suoi più preziosi luogotenenti, è finito alla sbarra e in circolazione ci sarebbero una quindicina di affiliati al suo gruppo emergente che però si starebbero limitando a gestire gli affari del rione Don Guanella senza sfidare gli altri clan.

La polveriera di Melito. I fermenti maggiori, spiega la DIA, si registrano invece a Melito, nell’area di influenza del clan Amato-Pagano, dove sono stati compiuti alcuni omicidi riconducibili a due dinamiche: una esterna e una interna. Quella interna è di riassestamento. Quella esterna è collegata ai contrasti con i gruppi degli Abete-Abbinante-Notturno, operativi a Scampia e già in passato in contrasto con gli Amato-Pagano.

I tentacoli del clan Moccia sull’area nord-est. Il potere dei gruppi secondiglianesi si ferma a Casavatore, dove proliferano le ramificazioni criminali dei Vanella-Grassi di Secondigliano. Ma nello stesso comune operano anche i Moccia di Afragola. “Referenti di quest’ultimo clan – spiega la relazione – controllerebbero anche i comuni di Casoria, Cardito, Carditello, Frattamaggiore, Frattaminore“. La DIA spiega altresì che nei comuni di Afragola e Casoria si è registrata un’intensificazione delle tensioni criminali: diversi pregiudicati sono stati gambizzati. Erano tutti “implicati nella gestione delle piazze di spaccio: tali episodi potrebbero costituire parte di un unico disegno criminoso, teso a modificare gli equilibri nello smercio delle sostanze stupefacenti”.

La situazione di Giugliano. “A Giugliano in Campania, l’assenza dei capi del gruppo Mallardo, tutti detenuti, non sembra averne compromesso la leadership”. Questo il giudizio della relazione. Se ne deduce che, nonostante le frizioni interne al clan e i tentativi di scissione intrapresi dal gruppo dei “Paparella” di via Montessori, la cosca giuglianese continua a imporre il proprio potere criminale sulla terza città della Campania. “Si tratta di un sodalizio articolato e ramificato – spiega la relazione -, alleato con storici gruppi di Napoli (Licciardi e Contini) e con i Casalesi, in buoni rapporti anche con i clan operanti a Villaricca e con le famiglie Nuvoletta e Polverino di Marano di Napoli”. Potere, quello dei Mallardo, proiettato anche fuori regione, in particolare nel Lazio, con attività finalizzate al riciclaggio di capitali.

Il “duopolio” a Villaricca. Nel piccolo comune dell’hinterland giuglianese operano, invece, due grandi famiglie criminali, che però costituirebbero un unico cartello. I Ferrara e i Cacciapuoti. I due clan si associano “temporaneamente per conseguire obiettivi criminali comuni, anche attraverso gruppi collegati, come il clan Ruocco. Nei confronti di quest’ultimo, nel mese di maggio, il Centro Operativo D.I.A. di Napoli ha eseguito il sequestro, tra il capoluogo campano e Roma, di cinque società, diversi beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore di circa un milione di euro, nella titolarità di un affiliato al menzionato clan, dedito alla commissione dei delitti di estorsione, detenzione e porto di armi, truffe, rapine e ricettazione”.

Le mani dei clan di Marano sulle pubbliche amministrazioni. Anche a Marano continuano a dominare due grandi consorterie criminali. I Nuvoletta e i Polverino. Grandi imprenditori, gli esponenti delle due famiglie si distinguono per la loro capacità di corruzione e infiltrazione nelle attività pubbliche” Gli interessi dell’organizzazione – prosegue la DIA – si sarebbero estesi su svariati ambiti criminali, tra i quali il traffico di sostanze stupefacenti, le estorsioni, il traffico di rifiuti, il riciclaggio in attività economiche – ivi comprese le speculazioni edilizie – anche su altre Regioni e all’estero”. I Polverino, però, sarebbero fiaccati al loro interno dai colpi inferti dalla magistratura. L’ondata di arresti, sequestri e provvedimenti cautelari avrebbe spinto l’alleata famiglia Nuvoletta a prendere in mano le redini del traffico di droga internazionale, attività nella quale i Polverino sono specializzati. Entrambe le famiglie criminali affiderebbero poi a un terzo sottogruppo criminale, quello degli Orlando, la vendita “al dettaglio” di sostanze stupefacenti e le attività estorsive sul territorio.

Sant’Antimo, Casandrino, Grumo Nevano. Frastagliata la situazione criminale a S’Antimo, territorio dove non si registrano sostanziali modifiche nel tessuto criminale. Le estorsioni e lo spaccio di droga costituiscono i principali introiti illeciti di diverse famiglie, spesso alleate tra di loro. I Verde, Puca, Ranucci, Petito, D’Agostino, Silvestre. a Casandino domina il clan Marrazzo, a Grumo Nevano il clan Aversano.

Acerra, Casalnuovo e Volla. Situazione sostanzialmente immutata anche negli altri comuni dell’area nord di Napoli. Ad Acerra è radicato il gruppo Di Buono, satellite del clan Moccia di Afragola. aPer quanto riguarda i limitrofi comuni di Casalnuovo e Volla, permane l’operatività dei clan Rea-Veneruso e Piscopo-Galluccio, antagonisti per il controllo delle estorsioni e del traffico di stupefacenti.

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