Camorra, nuova batosta al clan Belforte

Nuova batosta al clan Belforte. Dopo l’arresto dei nuovi estorsori della cosca che volevano approfittare del vuoto di potere, arrivano altri guai per il boss. Nella giornata di ieri la Squadra Mobile di Caserta ha dato esecuzione a ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, a carico di CERRETO Gaetano, classe ’82,  e  MASTROPIETRO Antonio, classe 78. Gli stessi erano stati sottoposti lo scorso 31 gennaio  a fermo emesso dalla Procura della Repubblica –D.D.A. di Napoli, eseguito dalla Squadra Mobile di Caserta, in quanto ritenuti responsabili del reato di estorsione aggravata dall’aver agito con metodologia mafiosa, al fine di agevolare il clan Belforte operativo nella città di Maddaloni, in pregiudizio di titolari di attività imprenditoriali e commerciali in Maddaloni.

Le investigazioni hanno evidenziato come il vuoto di potere determinato dal contemporaneo stato di detenzione di tutti i personaggi di maggiore spessore criminale della zona maddalonese, abbia consentito di concentrare il monopolio delle attività delittuose in capo ad alcuni pregiudicati locali, tra cui il Mastropietro, il quale dava corso alla raccolta dei ratei estorsivi durante le canoniche festività presso consuete e nuove attività estorte, collaborato da Cerreto Gaetano.

Le estorsioni venivano poste in essere ai danni di imprenditori attivi nel settore della ristorazione nell’area di Maddaloni e limitrofi dal mese di aprile 2016 al mese di dicembre 2016.

Proprio ieri, a conferma dell’incisivo lavoro svolto dalla Squadra Mobile di Caserta, veniva inferto un altro duro colpo al clan Belforte con l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di BELFORTE Salvatore emessa dal il G.I.P. di Santa Maria Capua Vetere, a conferma della pericolosità sociale dello stesso già evidenziata nel decreto di fermo del P.M. della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia.

Il boss Belforte Salvatore, unitamente alla madre BUTTONE Maria ed alla compagna GOLINO Alessandra, è ritenuto responsabile estorsione aggravata dell’aver commesso i fatti col metodo mafioso ed al fine di favorire l’organizzazione camorristica dei “Belforte”, operante in Marcianise (CE) e comuni limitrofi. In occasione delle richieste estorsive, Salvatore Belforte portava al seguito la figlia minore di circa 3 anni.

I provvedimenti raccolgono le risultanze delle investigative svolte dalla Squadra Mobile nell’ambito di una complessa attività d’indagine condotta attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché servizi di appostamento e perquisizioni.

(in foto Salvatore Belforte e la moglie)

 

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