Qualche mese fa, affiancati da un’associazione antirazzista e da un pool di legali, trovarono il coraggio per denunciare i loro aguzzini, avviando da Sant’Antimo una battaglia legale. E adesso quattro di questi operai bengalesi, tutti di età compresa tra i 23 e i 30 anni, hanno ottenuto il permesso di soggiorno e con una motivazione molto particolare: per protezione sociale. La stessa che, generalmente, viene adottata per sottrarre le ragazze extracomunitarie dal mercato della prostituzione. Il permesso è stato rilasciato qualche giorno fa dalla questura di Napoli e su disposizione dell’autorità giudiziaria, con la quale avevano collaborato per assicurare alla giustizia i loro caporali, condannati per i reati di riduzioni in schiavitù e tratta di esseri umani. Un riconoscimento che costituisce un precedente e che è in linea con le recenti direttive europee in materia di diritti umani.