Il giuglianese Nello Palumbo a capo dell’Udc napoletano

Napoli – L’Assemblea Cittadina ha eletto per acclamazione l’attuale commissario Nello Palumbo segretario cittadino dell’Udc di Napoli. Contestualmente sono stati eletti il presidente cittadino, Pietro Maida, ed i componenti del Comitato. L’assemblea si è svolta questa mattina presso Palazzo San Teodoro ed è stata presieduta da Biagio Iacolare, segretario provinciale dell’Udc di Napoli.
Presente l’onorevole Giuseppe De Mita, segretario regionale dell’Udc della Campania. Ha concluso i lavori Ciriaco De Mita. Sono intervenuti numerosi amministratori e dirigenti Udc della provincia di Napoli.
«Ringrazio tutti coloro che hanno inteso accordarmi fiducia, eleggendomi alla guida dell’Udc di Napoli – ha dichiarato Nello Palumbo – Confermo l’impegno che ho finora espresso e mi sforzerò sempre di più per mobilitare, stimolare partecipazione, sollecitare aggregazione. Da Napoli che è la capitale del Mezzogiorno va rilanciata la questione meridionale che oggi è completamente scomparsa dall’agenda della politica nazionale e dal dibattito. Vogliamo dare voce alla società, quella del Mezzogiorno, quella di Napoli in particolare, che merita di essere governata ed amministrata meglio di come lo è oggi».
«Nella fase che stiamo attraversando la questione non è contarsi, ma tornare a riflettere. Il punto non è essere pochi o tanti, il punto è ragionare – lo ha dichiarato nel corso del suo intervento il deputato Giuseppe De Mita, segretario regionale dell’Udc della Campania – A Napoli il punto di partenza è il lavoro fatto da Nello Palumbo in occasione delle amministrative della primavera scorsa. La nostra una lista che oggi viene riscattata anche dal giudizio della storia sulla vicenda che hanno coinvolto altri schieramenti in campo, una lista che era estremamente dignitosa. Al di là dei voti ottenuti, la lista ha raccolto un nucleo di antenne sociali che se sarà in grado di comprendere la realtà e di sollecitare la discussione per formulare proposte, potrà diventare riferimento, renderci protagonisti e aiutare gli altri a costruire un racconto della realtà napoletana un po’ più vero perché oggi, a Napoli come in generale nel Paese, non abbiamo una rappresentazione della realtà per quella che è e chi dovrebbe per ruolo saper comprendere la realtà, ne è evidentemente fuori».
«Napoli – ha continuato De Mita – è l’emblema di due circostanze. da un lato De Magistris vince per il vuoto di proposta e rivince perché è mancata una vera alternativa. Dall’altro lato ha generato una condizione adattativa, stabilendo un armistizio con i napoletani. E promuove una dimensione amorfa dal punto di vista politico, mettendo dentro tutti e lo fa non su di un disegno, ma sul “liberi tutti”».
«Gli equilibri adattativi – ha concluso De Mita – durano nel breve periodo. E, allora, prima che questo equilibrio incerto si capovolga, abbiamo il dovere di organizzare una proposta. Il nostro richiamo al popolarismo non può essere letto dentro una dimensione di nostalgia perché il popolarismo è una cultura millenaria, laica e che ha sempre messo al centro le questioni della persona e della vita umana. Oggi occuparsi come testimonianza vera dei problemi delle persone è un fatto rivoluzionario. Il nostro partito riparte dai congressi, posto che noi stiamo attivando un movimento che deve essere espressione più vasta di quello che è oggi. Se mettiamo insieme una discussione generale e l’azione di testimonianza pratica potremo diventare riferimento. Se abbiamo la voglia di questa sfida, abbiamo più spazio di quello che immaginiamo che non è il soddisfacimento della nostra ambizione ma è il dispiegamento del compito e degli obiettivi che ci siamo dati».

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