Marano, presidenza del Consiglio, rimpasto e ufficio legale: quelle spine nel fianco del sindaco Liccardo

Rimpasto, ufficio legale e attacco alla presidente del Consiglio: sono queste, in ordine sparso, le “rogne” che agitano i sonni del sindaco Angelo Liccardo. Tre nodi da sciogliere e decisioni da assumere proprio alla vigilia del voto sul bilancio previsionale del 2014, quello che dovrà chiarire se questa maggioranza ha la forza, numerica e politica, per andare avanti e respingere gli assalti di un’opposizione che, dopo mesi di sterili piroette, sembra ora intenzionata a fare sul serio. Sono tante le ragioni alla base di questo cambio radicale di strategia, inatteso nei modi e nei tempi e che sicuramente costringerà il primo cittadino ad adottare delle contromisure.

Quali? Liccardo potrebbe essere tentato di dare il la a un’azione diplomatica, con l’obiettivo, più o meno evidente, di coinvolgere e portare dalla sua parte alcuni pezzi della minoranza. Se la vicenda Di Guida, il presidente del civico consesso accusato di aver calpestato il regolamento del Consiglio comunale e in pratica invitata a dimettersi, dovesse assumere contorni (per la maggioranza) ancor più preoccupanti, il primo cittadino potrebbe esse tentato di offrire la presidenza a uno dei firmatari dell’atto da inviare al prefetto. Una mossa per tentare di placare gli animi e per spaccare gli oppositori, ma che potrebbe tuttavia rivelarsi un boomerang, in quanto si ritroverebbe poi a dover fare i conti con l’ala diguidiana, di certo poco per nulla propensa a perdere l’importante carica all’interno dello scacchiere consiliare.
Non sarà facile poi, per il sindaco, varare un rimpasto e accontentare al meglio tutte le anime della sua inquieta coalizione. L’ingresso di Saverio Santoro, eletto nelle liste di Marano al centro e a un passo dall’accasarsi con Ncd, ha reso ancor più delicata la manovra. Santoro, con tanto di dichiarazioni pubbliche, ha già annunciato che chiederà al sindaco il giusto riconoscimento per la sua lista: ovvero un assessorato e nel giro di poche settimane. Se non sarà accontentato, andrà ad ingrossare le fila del Nuovo centrodestra che a quel punto, con la forza dei numeri, potrebbe rivendicare la casella di vicesindaco, oggi occupata da Teresa Giaccio. Ma non è tutto: c’è  anche un problema Sarracino, l’ex consigliere vicino alle istanze di Antonio Di Guida, da collocare come consigliere o assessore e con un’operazione politica che non appare per nulla agevole.
Anche sugli assessori in lista di sbarco ci sono nodi e situazioni intricate: l’assessore Orlando si sarebbe accaparrato il sostengo di due consiglieri (Del Fiore e Marra) e il suo posto potrebbe non essere più in bilico. A rischiare ora è l’assessore alla Sanità Domenico D’Ambra, che non sarebbe garantito da nessun esponente del civico consesso. Fuori dai giochi la Pennino (è l’unico dato certo al momento), resta ancora da verificare la situazione di Paolo Longoni. L’assessore al Bilancio andrà via subito o il suo addio sarà posticipato di alcune settimane o mesi?
E ancora: quali ripercussioni, di natura politica, ci saranno in relazione all’affaire Di Grezia e alla sua (motivata) sospensione dal lavoro? Le pressioni esercitate sul sindaco e sui funzionari e dirigenti comunali, finanche da alte sfera della politica e del sindacato regionale, non hanno sortito effetti, ma non è da escludere che “vendette” trasversali o altre manovre di disturbo siano attuati da qui a breve. Un ufficio di vitale importanza per l’Ente, che nei giorni scorsi – secondo rumors molto accreditati – si sarebbe trasformato in una sorta di copisteria, con carte e fascicoli fotocopiati in fretta e furia e poi portati via dalle stanze comunali.

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