“In quel periodo facevo una vita molto sregolata e prendevo sostanze di tutti i tipi. Nella prospettiva di andare in carcere ho preso i soldi dalla cassetta di sicurezza e li ho messi a casa della Persi, che sembra ingenua e gracile ma è una persona di fiducia e in gamba. Li ha murati lei da sola i sacchi con il denaro, senza aprirli e senza sapere il contenuto totale. Lei ha visto solo dei pacchi incelofanati”. Questo ha spiegato Fabrizio Corona in aula rispondendo alle domande del pm milanese Alessandra Dolci nel corso del processo per gli 1,7 milioni di euro trovati nel controsoffitto di casa di Francesca Persi e gli 800mila euro in due cassette di sicurezza in Austria.
Aveva in programma di andarli a prendere quando fosse uscito dal carcere, ma gli inquirenti sono stati più veloci di lui. “Quando li ho consegnati a Francesca i soldi erano in sacchetti della spazzatura e chiusi con il nastro da pacchi marrone”, ha aggiunto, e a chi gli ha ricordato che la polizia li ha ritrovati confezionati diversamente risponde:”La Persi la conosco da vent’anni, ha un amore folle nei miei confronti posso fidarmi completamente di lei. Quando la guardia di finanza ha scoperto i soldi”, sostiene sempre Corona, “mi hanno tolto un peso, di quei soldi non sapevo che farmene“. Anche se, aggiunge, “la Dda sperava che ci fossero 500 kg di cocaina in quel controsoffitto e invece c’erano semplicemente soldi”
La cifra in contanti è decisamente alta, ma da dove vengono tutti quei soldi? “Vengono tutti da serate, campagne e lavoro e li ho fatti tra il 2008 e il 2012 e, in particolare, nel 2009, quando con Belen Rodriguez siamo diventati una coppia mediatica eccezionale, come Bonnie e Clyde eravamo, tutto quello che toccavamo diventava oro, guadagnavamo cifre folli”. Insomma la linea di difesa di Corona resta la stessa, quei soldi sono il frutto “nero” del suo lavoro. “Facevo questa vita molto, troppo sregolata, facevo uso di sostanze di tutti i tipi”, aggiunge.
Le udienze del processo Corona stanno diventando un siparietto mediatico che racconta bene la tipologia di uomo rappresentato dall’ex paparazzo che ai giudici spiega, con tono da comizio, “potevo fare la bella vita come Tulliani (il fratello della moglie di Gianfranco Fini) a Dubai, invece di consegnarmi agli agenti dopo la fuga in Portogallo”.