Fortuna Loffredo, Titò choc: “ho violentato l’amica, non lei. Ecco chi l’ha uccisa”

Rivelazioni choc di Raimondo Caputo detto Titò. Nel processo che lo vede imputato per l’omicidio e gli abusi sessuali ai danni della piccola Fortuna Loffredo,  si è dichiarato disposto ad ammettere nella prossima udienza del 2 maggio di aver abusato dell’amica del cuore di Fortuna. La ragazzina in questione ha adesso undici anni è la prima figlia di Marianna Fabozzi, la grande accusatrice del presunto orco. Salta dunque l’udienza del processo sul delitto di Fortuna, ma dall’aula emerge questo colpo di scena.

Questa infatti è la prima volta che Titò confessa di aver commesso le molestie, lo fa in maniera informale davanti al procuratore aggiunto Domenico Airoma con queste parole:

“Dottò, ve lo ripeto. Sono un ladro, e qualche volta lo ammetto ho toccato l’amica del cuore di Fortuna. Lo facevo e lo sapevano in casa. Sia Marianna, la madre della bimba, che la nonna Angela Angelino (quest’ultima già denunciata per falsa testimonianza nel corso del processo), lo sapevano e non dicevano niente, dottò”.

L’uomo, dichiaratosi fino ad oggi sempre innocente rispetto alle accuse di pedofilia, dopo tre anni apre uno spiraglio con dichiarazioni clamorose che si scontrano con quelle di qualche mese fa quando diceva che lui non era uno che toccava i bambini.

L’uomo poi prosegue con la sua verità con queste parole riportate oggi da “il Mattino”:

“Vi dico la verità. Marianna ha ucciso nel 2013 il suo figlio più piccolo Antonio Giglio, anche lui caduto nel vuoto, perché secondo lei impediva la nostra convivenza, e allo stesso modo ha fatto con Fortuna perché odiava sua madre Mimma Guardato e voleva farle un dispetto. Non ho detto niente sulla morte del bambino per paura che lei mi denunciasse per le cose che facevo con la figlia più grande. Ma ora mi date la colpa di essere l’assassino di Fortuna. E non è vero. Quella mattina Marianna ha afferrato Fortuna per i piedi, graffiandola. L’ha sollevata e mentre la bambina cercava di liberarsi l’ha gettata via come un pezzo di carta sporca. Però, dottò, le è rimasta la scarpetta in mano, che ha lanciato via in direzione del ballatoio di una vicina, Rachele Di Domenico che, come avete accertato dalle intercettazioni, ha fatto sparire il sandaletto per non avere guai. Li sopra c’erano le impronte di Marianna”

Così interviene il procuratore aggiunto Domenico Airoma: “E voi dove eravate?”, e Titò risponde: “Giù, a mangiare un pizza con mia figlia, la più piccola”.

 

 

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