Birre tedesche nel mirino: diversi marchi tra i produttori del biondo nettare potrebbero contenere in bottiglie e lattine quantità rilevanti di glifosato, un diserbante classificato come “probabile cancerogeno” per l’uomo a margine di uno studio del 2015 dello Iarc, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro.
In tutto sarebbero 14 i marchi coinvolti. Parecchi di questi sono volti noti anche sulle tavole italiane: Becks, Paulaner, Warsteiner, Krombacher, Oettinger, Bitburger, Veltins, Hasseroeder, Radeberger, Erdinger, Augustiner, Franziskaner, Konig, Jever.
Lo denuncia l’Istituto per l’Ambiente di Monaco di Baviera: i livelli registrati oscillerebbero tra gli 0,46 e i 29,74 milligrammi di glifosato per litro. Per l’acqua potabile il limite consentito dalla norma (internazionale) è di 0,1 microgrammi per litro: questo significa che nei casi più estremi, in alcune birre la soglia sarebbe sorpassata di quasi 300 volte. Ma non c’è limite, non essendoci norma, per la birra.
La presenza del glifosato nella birra partirebbe a monte, dalla base: l’orzo che diventa malto, componente fondamentale di qualsiasi ‘bionda’. Ma se qualcuno lancia l’allarme, qualcun altro richiama all’ordine: è il Bundesinstitut fur Risikobewertung, il BfR. Tradotto, è l’istituto federale per la valutazione dei rischi. In questo caso, sulla salute: un uomo adulto, per assumere una quantità di glifosato che sia effettivamente dannosa per la salute, dovrebbe bersi non meno di 1000 litri di birra al giorno.