Mohammed Nuovo e Alessandro Laperuta furono uccisi per dare un segnale al gruppo degli “Amato-Pagano”. Furono giustiziati dal baby-boss 15enne, D.A., a colpi di pistola per mettere in riga tutti gli affiliati e ristabilire le gerarchie all’interno della cosca.
I due, infatti, secondo la ricostruzione che emerge dall’ordinanza di fermo ai danni del presunto killer 16enne, avevano gestito degli affari senza tenere conto delle regole del clan. In particolare si erano avvicinati al gruppo degli “autonomi” capeggiato da Pietro Caiazza, “l’afragolese” finito nel mirino dei killer a Mugnano lo scorso dicembre fuori a un centro scommesse.
I malumori con Pietro Caiazza vengono da lontano. Caiazza era stato esautorato dagli Amato-Pagano perché incapace, secondo i vertici del clan, di gestire i rapporti con gli alleati dei Vanella-Grassi. La piazza di spaccio “219” di Melito era stata tolta dalle mani del ras afragolese e affidata ai fratelli Elia e Maurizio Cancello, ambiziosi baby-criminali del Lotto G di Scampia.
A Caiazza fu affidata la gestione di Mugnano. Tuttavia i dissapori con i giovani capipiazza del rione “219” non furono placati. Nel maggio 2016 Caiazza fu vittima di un agguato sull’asse mediano. Il 20 giugno dopo furono uccisi proprio Mohammed Nuovo e Alessandro Laperuta, ritenuti vicini al “malpancista” afragolese. Un nuovo agguato fu organizzato lo scorso dicembre ai danni di Caiazza fuori a un centro scommesse di Mugnano. Colpi di pistola e raffiche di proiettili per sedare i malumori interni.
Per “dare l’esempio” a tutti gli altri e far capire chi prende le decisioni, fu lo stesso D.A., 16 anni, nipote dei fondatori del cartello scissionista Cesare Pagano e Lello Amato, a uccidere gli uomini vicini a Caiazza. Nuovo e Laperuta furono attirati in una trappola nell’appartamento del parco di Padre Pio in via Giulio Cesare e freddati dal baby-boss giunto a bordo di un T-Max, come racconta un testimone, insieme a due affiliati maggiorenni.
Durante l’esecuzione, però, qualcosa va storto: nella colluttazione viene ferito lo stesso 16enne, che scappa sanguinante a bordo dello scooter insieme a un complice e finisce rovinosamente a terra a pochi metri da una gazzella dei Carabinieri. I militari dell’Arma li riconoscono: il 16enne riesce a raggiungere l’ospedale di Giugliano, l’altro invece viene bloccato e portato in Caserma dove fornirà dichiarazioni contrastanti. Tant’è, però: la lezione è servita e le acque negli Amato-Pagano si calmeranno. Almeno fino al blitz che porterà “Zi’ Rosaria” dietro le sbarre.