Giugliano, a uccidere Antonio un paletto killer. La verità dalle telecamere

Una violenta frenata, poi la scivolata lungo via Galileo Ferraris, infine lo schianto, probabilmente fatale, contro un paletto. Questo è quanto emerge dalle immagini delle telecamere che hanno filmato l’incidente di Antonio Trinchillo, il 23enne deceduto all’ospedale di Giugliano nella mattinata di ieri dopo diverse ore di coma farmacologico.

L’incidente. E’ circa la mezzanotte quando Antonio viaggia a bordo della sua potente Yamaha 600. Indossa il casco. E’ diretto a casa della ragazza, che abita in via Togliatti. Attraversa via Galileo Ferraris, la strada che congiunge via Fratelli Maristi a via Magellano. Poi una brusca frenata, di cui le telecamere non sono riuscite a decifrare la causa. Forse un animale sbucato all’improvviso, o un’auto di passaggio (la strada è a doppio senso), o semplicemente una distrazione. Antonio scivola a bordo della moto. L’inerzia lo trascina per circa 40 metri, attraversa illeso l’incrocio con via Magellano, poi si schianta contro un paletto posto all’ingresso del vialetto privato del parco “Vittoria e Turati”, in territorio villaricchese. La moto prosegue invece la sua corsa fin dentro il viale, circa cinque metri più avanti.

I soccorsi. I residenti sono allarmati dallo schianto, scendono in strada e chiamano immediatamente i soccorsi del 118, che trasportano il ragazzo all’ospedale. Antonio arriva cosciente al nosocomio giuglianese, anche se dolorante per una frattura al femore. Ma la tac rivela una grave emorragia interna ai polmoni, probabilmente provocata dall’impatto con il paletto. I medici optano per il coma farmacologico nella speranza di abbassare la pressione sanguigna e procedere all’intervento. Ma non c’è il tempo: poche ore dopo, in mattinata, Antonio muore, gettando la famiglia nello sconforto.

Le indagini. Sull’incidente indaga la polizia di stato. Il commissariato di Giugliano-Villaricca proverà a ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente e soprattutto a individuare eventuali responsabilità. Non si esclude al momento il coinvolgimento di qualche automobilista nel tragico schianto che ha determinato la morte del giovane. Da chiarire anche il ruolo del paletto nell’incidente. Il dissuasore di sosta era autorizzato? E’ stato installato da privati? Perché si trovava in quel punto? Le indagini lo spiegheranno.

Il dolore della comunità. Antonio era un ragazzo solare e allegro. 24 anni il prossimo 26 luglio, lavorava presso un’agenzia di servizi nel parco 7 pini a Giugliano di cui è titolare lo zio, fratello del padre. Un altro zio, Vincenzo, è assessore al comune di Calvizzano. La salma di Antonio Trinchillo è attualmente presso l’istituto di medicina legale di Caserta in attesa dell’autopsia. Poi il cadavere verrà riconsegnato ai familiari per la celebrazione delle esequie, che si terranno presso la Parrocchia di san Giacomo. Don Ciro lancia un appello alla cittadinanza: “Siamo vicini alla famiglia in questo momento di dolore”.

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