Sequestro di beni da 3 milioni di euro nei confronti di Nicola Ferraro, ex consigliere regionale campano dell’Udeur, imprenditore del settore trattamento rifiuti, detenuto e condannato il 16 aprile 2015 in via definitiva per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. A eseguire il provvedimento emesso dalla seconda sezione penale collegio D del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la Polizia e la Guardia di Finanza.
Il sequestro è l’ultima fase di una indagine che ha permesso di ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità dell’uomo, anche attraverso i suoi familiari, disponibilità che sono state acquisite con i proventi di attività illecite. Secondo la sentenza definitiva, infatti Ferraro, è stato un imprenditore al servizio dei gruppi Bidognetti Schiavone del clan dei Casalesi anche prima della sua elezione in Consiglio regionale nel 2005.
Come amministratore di Ecocampagna srl, un’azienda ora fallita, Ferraro ha potuto ricevere appalti pubblici e sostegno elettorale grazie alla cosca in cambio di tangenti e assunzioni. Per gli inquirenti era un riferimento delle organizzazioni criminali sul territorio e aveva quasi monopolizzato il settore della raccolta e smaltimento rifiuti non solo nel territorio casertano. L’indagine patrimoniale si è basata su documentazione acquisita con riferimenti nell’ultimo ventennio, tra cui contratti di compravendita di beni e quote societarie di società per tutto il suo nucleo familiare.
Sigilli dunque 8 fabbricati, all’interno dei quali sono stati trovati anche opere d’arte, un terreno le quote di due società una vettura e due moto nonchè conti correnti conti di deposito investimenti finanziari. Quasi tutti i fabbricati sono nel casertano tranne uno a Formia così come le società di cui sono state sequestrate le quote sociali.