Trovata la quadra per l’assegnazione delle deleghe in giunta, passa – come ampiamente annunciato dalle pagine di questo portale – anche bilancio previsionale del 2014. Quattordici voti favorevoli, tra cui quelli dei cosiddetti “diguidiani” e un astenuto, Saverio Santoro (Ncd), l’uomo che nel giorno del suo insediamento tenne a precisare che sarebbe potuto diventare “un consigliere di maggioranza scomodo”.
Tra i banchi del civico consesso non c’erano gli “oppositori”, ancora fermi sulle posizioni espresse qualche settimana fa, ma c’era, in apertura di seduta, il solo Francesco Migliaccio che con il gesto di ieri sera ha in pratica preso le distanza dagli altri esponenti della minoranza. Tra gag più o meno riuscite, momenti di ilarità e l’intervento fuori programma degli attivisti del Movimento cinque stelle (“venduti, complici tutti”, questo il contenuto dei cartelli mostrati in aula), è andato in scena il processo ai revisori dei conti, che per il secondo anno consecutivo hanno bocciato il bilancio previsionale dell’amministrazione Liccardo.
I tre membri del collegio, che non erano presenti in aula, sono stati oggetto delle filippiche dell’assessore Paolo Longoni, che pur trattenendosi non ha risparmiato bordate ai suoi colleghi, i quali – sempre secondo l’assessore al ramo – avrebbero preso l’ennesimo granchio, non tenendo in considerazione, in relazione alla presunta incongruità dei debiti fuori bilancio, che l’ente ha attivato la procedura per il riequilibrio pluriennale (deve essere ancora preparato ed avallato dalla Corte dei conti e dal Ministero degli interni) del debito e che gli stessi saranno quindi spalmati su più esercizi. Durissimi anche i consiglieri Sansone e Marra e il primo cittadino Angelo Liccardo.
Il collegio dei revisori, che sarà oggetto di un’istruttoria interna, non sarebbe collaborativo ma punterebbe, a detta di tanti esponenti della maggioranza, a far saltare il banco, focalizzando la propria attenzione su “dettagli insignificanti e con atteggiamenti ostili e poco professionali”.
In aula si è parlato anche del famigerato piano per l’alienazione di alcuni immobili comunali. Un vecchio impegno assunto dall’Ente (gestione Tramonti) con la Corte dei conti, non più procrastinabile. Dalla vendita delle case il Comune, secondo una vecchia stima, dovrebbe incassare 5 milioni di euro: risorse (probabilmente la stima sarà rivista al ribasso) che, per legge, devono essere reimpiegate per nuovi investimenti, per l’estinzione di alcuni mutui ma non per ripianare il debito. Scampato il pericolo, il sindaco Angelo Liccardo dovrebbe oggi ufficializzare le nuove deleghe per un rimpastino che – secondo tantissimi addetti ai lavori – non apporterà alcun miglioramento alla sua squadra di governo. Le nuove deleghe saranno affidate a Salvatore De Stefano (Politiche sociali, sport e forse altro) e Elio Belmare (Lavori pubblici, Polizia municipale, Innovazione tecnologica, Personale).