Agguato di Piscinola: 200 metri di corsa per sfuggire ai killer

Sapeva di essere nel mirino dei sicari il 41enne Mario Centanni, vero obiettivo del raid di sabato scorso in piazza Tafuri. I killer sono arrivati a bordo di un Honda SH intorno alle 19 e 30. Il passeggero è sceso e si è lanciato, armato di pistola, contro l’ex pentito, che stava chiacchierando con alcuni amici. Accortosi del pericolo, Centanni è scappato verso la caserma dei Carabinieri, riuscendo ad entrare nel portone.

A quel punto il killer ha comunque fatto fuoco. Probabilmente l’intento era quello di colpirlo da lontano per poi avvicinarsi e finirlo. Ma il colpo non è andato a segno e, venti metri più avanti, ha ferito alla natica destra un 15enne che stava giocando a pallone con gli amici. Poi i sicari si sono allontanati, anche se il tentato omicidio è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza della zona.

Da quanto emerso, Mario Centanni sapeva di essere un possibile obiettivo ed aveva preso le dovute misure. Era tornato da poco a Miano, da quando aveva deciso di abbandondare il programma di protezione e di non collaborare più con lo stato. Nipote degli ex boss del quartiere, soprannominati i “Capitoni“, sapeva di essere un potenziale obiettivo perché gli ex gregari dei Lo Russo sono sotto tiro.

Centanni non ha mai abbassato la guardia, e la corsa verso la caserma ne è la conferma. Uno scatto di duecento metri per sfuggire al raid e chiedere aiuto alle forze dell’ordine. Il 9 novembre del 2010 era già stato vittima di un agguato, riportando ferite al volto, al collo e al torace. Pentitosi nel dicembre del 2011 aveva fatto i nomi dei sicari.

Era da poco uscito dal programma di protezione, ma non è escluso che vi rientri. Quel che è certo è che da oggi torna sotto protezione. Considerando che il luogo dell’agguato è vicino alla caserma, non è escluso che i sicari avessero uno specchiettista.

Sarà invece sottoposto ad un intervento chirurgico per estrarre una parte del proiettile il 15enne ferito nell’attacco. Le sue condizioni non destano preoccupazioni e il ragazzino non è in pericolo di vita, anche se amici e familiari sono sconvolti. I primi a soccorrerlo sono stati proprio i coetanei che stavano giocando con lui. Poi è stato trasportato al San Giovanni Bosco da una macchina di passaggio.

A quanto pare la vittima si è accorta solo dopo di essere stata ferita. Inizialmente ha sentito un forte bruciore alla natica e, toccandosela, ha notato il sangue e si è accorta del tutto. Un fatto increscioso che pone in evidenza ancora una volta il problem

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