Fiamme sul Vesuvio, c’è di mezzo la camorra. Saviano: “Ecco la verità”

A quasi 3 giorni dall’immenso incendio che ha devastato il Parco Nazionale del Vesuvio sono ancora tanti gli interrogativi da porsi sull’accaduto. Ad esempio perché è stato appiccato un incendio di così vasta portata e qual è la matrice, chi sono i mandanti.

A qualche domanda potrà sicuramente rispondere l’uomo, originario di Benevento, fermato ieri come uno dei responsabili del disastro, individuato attraverso le telecamere e chiamato con ogni probabilità con il preciso compito di seminare distruzione con le fiamme.

Sull’argomento è intervenuto il noto giornalista e scrittore Roberto Saviano, che ha provato a spiegare, attraverso il suo profilo Facebook, le reali intenzioni di questi malviventi: “Il Parco Nazionale del Vesuvio contende pendici alle discariche abusive, metro per metro, centimetro per centimetro in una lotta che con gli incendi è già persa. Ciò che brucia diventa discarica abusiva e le discariche sono gestite dalle organizzazioni criminali. Altrove si appicca il fuoco anche per un altro motivo: i terreni che potrebbero essere destinati a edilizia, se arsi, restano bloccati per 15 anni”.

“Ed ecco l’ennesimo ricatto – prosegue lo scrittore -: o paghi le organizzazioni criminali per le aree edificabili oppure arrivano le fiamme a bloccare le concessioni edilizie. Il fuoco è un capitolo fondamentale per le organizzazioni criminali nel nostro Paese e il fuoco sul Vesuvio è come la Sicilia che brucia, come i roghi sulle colline di Caserta, come le montagne verdi del Cilento in fiamme. È finito il tempo in cui potevamo chiamare piromane chi appiccava il fuoco. È finito il tempo delle balle. Basta con l’incapacità della politica di far fronte alle emergenze e basta con l’inconsapevolezza del Paese che non riesce a capire chi c’è davvero dietro questi disastri”. 

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