Scacco alle nuove leve dei clan Nuvoletta e Polverino, l’ultima generazione di una camorra cresciuta all’ombra dei vecchi padrini, Lorenzo e Angelo Nuvoletta, e di quel Giuseppe Polverino, alias ‘o barone, che dalla metà degli anni Novanta ne ha raccolto l’eredità. In sei sono stati arrestati ieri dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli e dai militari dell’Arma di Marano e Giugliano. Antonio Nuvoletta e Filippo Nuvoletto, figli del defunto “Angiolotto”, Filippo Nuvoletta, Antonio Granata, Fabio D’Agostino e Carmine Vasto dovranno rispondere delle accuse di detenzione di armi, munizioni e sostanze stupefacenti, il tutto aggravato dalle finalità mafiose. L’indagine, coordinata dalla Dda di Napoli, trae origine da un sequestro operato a Marano nel maggio del 2013, nella zona di Montesanto, a due passi dalla storica tenuta della famiglia Nuvoletta. In quell’occasione i carabinieri, allertati da una soffiata e dopo un’intensa attività di perlustrazione, scoprirono un vero e proprio arsenale: otto bombe a mano, un bazooka, due kalashnikov, otto fucili, ventidue pistole e venti chilogrammi di hashish. Le armi, ancora avvolte nel cellophane, erano nascoste in alcune botole ricavate nel terreno di pertinenza di un maneggio e di un vecchio casolare. E’ sfuggito ancora una volta alla cattura, invece, Giuseppe Simioli, meglio conosciuto come ‘o petruocelo, latitante ed esponente di spicco del clan Polverino. Simioli – secondo le ricostruzioni dei collaboratori di giustizia, Roberto Perrone e Biagio Di Lanno – è attualmente il numero due della fazione criminale capeggiata dal “Barone”, punto di riferimento anche per le giovani leve del clan Nuvoletta alle quali era stato dato il benestare per gestire in proprio alcuni traffici, in prevalenza quelli per l’importazione e lo spaccio dell’hashish.