Una bruttissima esperienza che la marchierà a fuoco. Ricorderà tutto, Anna (nome di fantasia), la 17enne stuprata a Marechiaro da un branco composto da un 17enne e due sedicenni, di Capodichino e Forcella, accusati di violenza sessuale di gruppo. A incastrare i giovani “orchi” è stato Facebook. La giovane ha riconosciuto e individuato i suoi aggressori sul popolare social network. Li ha mostrati a sua madre dopo che un’amica l’aveva aiutata a raccontare tutto.Un racconto crudo e sconvolgente.
Il tampone di DNA. Ieri uno dei ragazzi, un sedicenne di Forcella che nella vita fa il barista, indicato dalla vittima come l’unico con il quale è stata costretta ad un rapporto sessuale completo, è stato sottoposto al tampone salivare per il Dna. Sarà confrontato con residui di liquidi ritrovati sul e nel corpo della quindicenne. La terribile storia risale a domenica 28 maggio. Allo «scoglione» di Marechiaro, dove ci si arriva a nuoto o con barchette di pescatori, c’erano tantissime persone.
La serata. Tra loro anche la quindicenne con un gruppo di amici e i tre ragazzi, che si conoscono tra loro sin da bambini e che hanno un amico in comune nel gruppo della ragazza presa di mira. Una parola, una battuta, qualche bibita fredda e poi l’invito a spostarsi per poter ripararsi dalla calura. La quindicenne decide di andarci, perché con lei c’era anche un suo amico, poi sparito nel nulla. Forse era una trappola, ma quello che è successo dopo, lei lo ha raccontato ai medici dell’ospedale quando si è fatta visitare. Aveva delle abrasioni e le sono stati fatti dei tamponi vaginali i cui risultati saranno comparati con il Dna di uno degli indagati.
La prima violenza. I due ragazzi di Capodichino prima l’hanno denudata e poi hanno provato ad abusarla. Non ci sono riusciti. C’è riuscito invece il ragazzo di Forcella che ha consumato lo stupro vero e proprio ed è andato via dopo aver schiacciato il volto della ragazza al muro, prendendola per la nuca. «In due mi hanno spogliata, tolta il costume, e toccata, loro erano nudi e mi hanno circondata. Mi toccavano, mi toccavano. Sono riuscita a scappare e loro sono andati via».
Lo stupro vero e proprio. Ed è lì che ha detto di aver incontrato un altro ragazzo che faceva parte di quel gruppo e che ha finto di volerla aiutare: «Mi ha chiesto cosa mi fosse successo e poi invece mi ha trascinata in un angolo e mi ha girata di spalle». Quel racconto la giovane vittima lo ha ripetuto poi ai medici, ai carabinieri e al pm e lo ripeterà nella sua mente, forse per tutta la vita. E poi, come se non bastasse, come spesso accade in queste drammatiche storie, le offese e le provocazioni si dispensano anche sotto gli occhi di tutti nelle pagine Facebook. «Parlate di meno e scopate di più», è la frase choc che il ragazzino accusato di averla violentata ha scritto sulla sua bacheca un mese dopo lo stupro a Marechiaro.
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