Sarebbe stata vittima di un femminicidio Immacolata D’Anna, 48 anni, deceduta ieri al Centro grandi ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli, dove era stata trasportata in gravissime condizioni nella notte tra sabato e domenica. A causare le ustioni che le hanno devastato quasi tutto il corpo – secondo quanto riporta Il Mattino – sarebbe stato il compagno, M. B., 49 anni, che avrebbe appiccato il fuoco dopo averla cosparsa di liquido infiammabile. L’uomo è morto carbonizzato nella cucina dell’abitazione dove si era barricato con la donna.
Acerra, cosparsa di liquido infiammabile e data alle fiamme: Immacolata muore dopo 4 giorni
Secondo quanto riferito da fonti investigative e sanitarie, sarebbe stata la stessa Immacolata, prima di morire, a raccontare l’accaduto. Sembra che Bougatef non accettasse la volontà della compagna di porre fine alla loro relazione. «Se mi lasci, ti ammazzo e poi mi ammazzo», avrebbe più volte detto, stando a quanto riferito da parenti della vittima. Nonostante le minacce, Immacolata non aveva mai sporto denuncia.
La tragedia si è consumata nell’appartamento di corso Resistenza 120, dove la coppia viveva insieme ai genitori di lei e ai quattro figli nati da un precedente matrimonio. Al momento dell’incendio, in casa c’erano solo i genitori di Immacolata. Il padre è riuscito a mettere in salvo la moglie disabile, aiutato da un parente accorso da un piano superiore.
I vigili del fuoco, intervenuti rapidamente, hanno trovato la coppia riversa sul pavimento della cucina. In un primo momento, nella concitazione dei soccorsi, il corpo dell’uomo non è stato notato, mentre Immacolata, ancora viva ma gravemente ustionata, è stata trasportata d’urgenza in ospedale, dove è poi deceduta.
Le indagini
Le indagini sono affidate alla polizia municipale di Acerra, coordinate dalla procura di Nola. Il piccolo appartamento è stato posto sotto sequestro per permettere i rilievi della polizia scientifica. È attesa nelle prossime ore la disposizione dell’autopsia sui corpi delle vittime. L’ipotesi principale resta quella del femminicidio-suicidio, supportata da numerose testimonianze e dagli indizi raccolti finora. Immacolata, detta “Fortuna”, aveva iniziato la relazione con Bougatef, tecnico di origine tunisina regolarmente residente in Italia, circa cinque anni fa. Quella relazione, iniziata come un nuovo inizio, si è trasformata in un incubo culminato in una delle forme più estreme e tragiche di violenza di genere.