Acerra. E’ diventato un caso la morte di Stefano Sorano, un ragazzo di 24 anni appena stroncato nel giro di pochi mesi da una forma grave di sarcoma polmonare, proprio in piena emergenza Covid. Il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, ha ricordato il giovane durante la sua omelia domenicale dal Duomo della città, rilanciando ormia “dimenticata questione ambientale”.
Acerra, Stefano Sorano morto in modo atroce
Erano i giorni della piena emergenza coronavirus. A fine aprile, Stefano è nel letto di casa, straziato dal dolore. Il medico di base, secondo quanto riportano i familiari a Il Mattino, si sarebbe rifiutato di visitare il ragazzo negli ultimi giorni di vita. Alla base del rifiuto le precauzioni adottate in vista della pandemia. I parenti volevano che si praticasse su di lui la terapia del dolore. «Stefano è stato abbandonato», ha denunciato il vescovo durante la messa in cattedrale.
Terra dei Fuochi, Di Donna: il Covid ha oscurato la nostra emergenza
Nel corso della sua omelia, il replato ha puntato il dito contro il sistema mediatico e dell’informazione pubblica. L’emergenza Covid-19, infatti, avrebbe oscurato la richiesta di terapie da parte di tutte le vittime della Terra dei Fuochi e di chi è affetto da altre malattie, come tumori e cardiopatie. «Non ha fatto notizia la morte di questo giovane brillante, laureato, molto bravo – l’omelia di Antonio Di Donna – come le altre morti di ragazzi negli anni e nei mesi passati».
«Stefano Sorano – ha proseguito poi Di Donna – è stato abbandonato e la sua famiglia ha penato molto. Il mio appello è che gli ospedali ritornino al più presto alla normalità». Un appello anche ai medici di base. «Forse comprendiamo – ha puntualizzato Di Donna – che a causa di questa emergenza siano state sospese visite e terapie, anche di malati gravi. Ma questo deve finire. Si riprendano nelle nostre terre e negli ospedali le terapie, le visite dei medici, la vicinanza agli ammalati di tumore».