Adriatico mare sicuro? Ecco tutti i lidi a rischio malattie infettive

Adriatico. Anche l’Adriatico conta i suoi tratti a rischio malattie infettive. A dirlo è l’Arpa, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente. Dai dati forniti dalle varie agenzie regionali emerge un quadro decisamente migliore del Tirreno dove invece i lidi inseriti nella black-list sono numerosi. Anzi, intere regioni, come la Puglia, L’Emilia-Romagna e il Veneto, vantano un record positivo: non c’è un solo lido su cui insista un divieto di balneazione. Eppure, ci sono dei punti cerchiati di rosso dall’Agenzia Regionale per l’Ambiente dove i livelli di Escherichia coli ed Enterococchi intestinali sono allarmanti. L’escherichia Coli è considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità uno dei principali indicatori di contaminazione fecale ed è all’origine di malattie infettive come tifo, salmonella ed epatite. Nonostante i divieti di balneazione e le ordinanze comunali, tanti, purtroppo, sono i i bagnanti che sfidano le regole per un bagno. La regione con maggiori criticità è senz’altro quella delle Marche, con qualche bocciatura anche per le coste abbruzzesi. Vediamo nel dettaglio.

MARCHE

Provincia di Ancona

  • Numana. Due sono i lidi cerchiati in rosso dall’Agenzia Regionale per l’Ambiente dove tuffarsi può risultare pericoloso per la salute. Zi Nene’ e Punto 68.
  • Ancona. Buona la qualità delle acque del capoluogo. A rischio malattie soltanto la zona del Porticciolo Torrette, che l’Arpa inserisce nella black list.
  • Falconara Marittima. Ben tre i lidi bocciati dai tecnici regionali nella città di Falconara. Le zone rosse sono quelle di Secondo Cavalcavia, quella a ridosso della Stazione Ferrovie dello Stato e quella dinnanzi all’Hotel Luca.

Provincia di Macerata

  • Porto Recanati. Presenta qualche criticità anche la provincia di Macerata. A Porto Recanati rischia di contrarre qualche malattia infettiva il bagnante che decide di tuffarsi nei pressi delle foci fluviali, dove aumenta la concetrazione delle acque reflue e degli scarichi industriali. In particolare cerchiate in rosso sono: Sud Foce fiume Musone, Nord Foce fiume Musone,ud Foce Fiume Potenza, Nord Foce Fiume Potenza.
  • Potenza Picena. A Potenza Picena è sconsigliato farsi il bagno all’altezza dello scarico del depuratore comunale.

Provincia di Fermo

  • Porto Sant’Elpidio. Nella provincia di Fermo, l’unica zona critica è a Porto Sant’Elpidio, in particolare a sud Foce Fiume Chienti, anche qui per la presenza di scarichi reflui e fognati.

Provincia di Pesaro

L’unica provincia marchigiana che supera a pieni voti tutti i testi di balneabilità, fatta eccezione, ovviamente, per le zone portuali. Nessun divieto.

ABRUZZO

Provincia di Chieti 

In Abruzzo i dati dell’Arpa sono buoni, migliori di quelli registrati nelle Marche. Anche se spesso i dati forniti dalla Regione non coincidono con quelli forniti da Goletta Verde (Legambiente), che invece fotografava nel 2015 una situazione più allarmante, in particolare a:

  • Vasto,
  • La Penna e Acquabella/Santonato ad Ortona

punti in cui, negli anni passati, si sono registrati casi di gastroenterite tra i bagnanti. Ad ogni modo, secondo le analisi dei tecnici regionali, l’unico punto cerchiato in rosso è quello in provincia di Chieti, a Torino di Sangro, a sud Foce Sangro.

PUGLIA – MOLISE – VENETO – EMILIA-ROMAGNA – FRIULI VENEZIA GIULIA

In queste quattro regioni, secondo l’Arpa, non ci sono gli estremi per introdurre alcun divieto di balneazione. Mare pulitissimo, dunque? Non proprio. Anche in questo caso è da ricordare che la fotografia fornita da Legambiente è meno indulgente. In attesa dei dati del 2016, nel 2015, Goletta Verde bocciò i seguenti punti:

  • in Emilia Romagna Torre Pedrera-Bellaria, a Rimini;
  • in Puglia Villanova/Mogale a Ostuni, Torre Guaceto e Giancola a Brindisi e Marina di Lizzano a Taranto (che però non è sull’Adriatico);
  • in Friuli, infine, fu cerchiato di rosso lo sbocco canale via Battisti a Muggia, in provincia di Treviso.

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