È stato confermato dalla Cassazione il sequestro del patrimonio immobiliare nei confronti di Antonio Moccia. La residenza di via Rossini ad Afragola, che è ancora occupata pur essendo destinataria di uno sgombero, è stata sequestrata alla famiglia insieme a vari appartamenti, appezzamenti di terra, auto ed altri beni di lusso per un valore di 150 milioni di euro nell’aprile del 2022.
Afragola. Cassazione conferma sequestro milionario al clan Moccia
Di recente, la corte di cassazione ha rigettato i ricorsi presentati da Antonio Moccia, dal figlio Gennaro Matteo e dalla moglie Maria Camina Parità oltre che dai nipoti Eleonora, Lucia e Anna Moccia. Ritenuto dalla DDA di Napoli, esponente apicale del clan insieme ai fratelli Angelo e Luigi, Antonio Moccia aveva chiesto ai giudici l’annullamento della custodia cautelare in carcere.
Ma la Corte ha rigettato la richiesta. Così come sono stati ritenuti illegittimi i ricorsi presentati contro il sequestro dai nipoti. Quei beni immobili e mobili sono – per i giudici – frutto delle attività illecite della famiglia e non – come sostenuto dai difensori dei Moccia – un lascito ereditario dei nonni mai condannati. Con la confisca definitiva, il Comune potrà dunque disporre di un enorme patrimonio e c’è già chi ha avanzato l’ipotesi di trasferire nella villa di via Rossini l’istituto Sereni: alberghiero del territorio attualmente sprovvisto di cucine e che a breve dovrebbe essere abbattuto e ricostruito lasciando però gli studenti per qualche senza sede.
Intanto, dovrebbe arrivare a giorni anche la sentenza del processo a carico di Filippo Iazzetta, cognato dei fratelli Moccia considerato loro braccio destro ed attualmente detenuto in carcere. Contro di lui pesano le dichiarazioni del collaboratore di giustizia ed ex affiliato Di Domenico.