Afragola, ucciso davanti al figlio: l’affare Tav dietro la lunga scia di sangue

Killer implacabili, disposti a tutto per portare a termine il compito che gli è stato assegnato. Così, ieri ad Afragola  Remigio Sciarra è stato ucciso sotto gli occhi di moglie e del figlio undicenne. In auto c’era anche un coetano del bambino. Per fortuna i due piccoli sono rimati illesi, colpita invece di striscio ad una mano la donna.

L’uomo, residente a Cardito, era il cassiere ed esattore del clan, scarcerato tre anni fa dopo quattro anni di galera. E’ ritenuto esponente del clan di Antonio Cennamo, boss di Crispano noto come Tanuccio ‘o malommo, deceduto lo scorso febbraio. Sciarra è solo l’ultimo di una serie di morti ammazzati in zona. Gli affari che avrebbero determinato il feroce scontro sarebbero quello collegati alla Tav, alla stazione dell’Alta Velocità di Afragola che sta per portare una pioggia di milioni di euro.

E nel frattempo si spara per organizzare la spartizione del business. I colpi più pesanti li sta ricevendo proprio il clan Cennamo, dopo il decesso del capoclan. Nella spartizione criminale di quest’area come riporta Il Mattino, la federazione del clan Moccia prevedeva l’assegnazione di Casoria ai Franzese e agli eredi del clan Angelino, Frattamaggiore al gruppo Pezzella e Crispano, Cardito e Frattaminore ai Cennamo.

Spartizione tacita, che ha cominciato a scricchiolare due anni fa, quando vennero ritrovati tre cadaveri carbonizzati. Tutti affiliati al clan Cennamo: Ciro Scarpa, Aniello Ambrosio e Vincenzo Montino. Era solo l’inizio. Gli inquirenti sottolineano che probabilmente è il clan guidato da Francesco Pezzella, detto «pan ‘e grano», a pilotare l’annientamento, per espandersi ed eliminare concorrenti. Ma spiega un investigatore, che non vuole essere citato: «Tutto farebbe pensare ad una resa dei conti dei Pezzella contro i Cennamo. Fa però riflettere che l’ultimo bersaglio, Remigio Sciarra, aveva ottenuto proprio dai Pezzella la delega al controllo dell’area di Crispano. Forse era una delega ingannevole, per prendere tempo».

Poi a dicembre scorso fu ucciso Mauro Pistilli, 52 anni, titolare del bar Beautiful a Crispano. A marzo, tocca a Antonio Vitale, 53 anni, che era sotto sorveglianza speciale. E solo un mese prima, nello stesso territorio, era stato ucciso un altro imprenditore: Antonio Varracchio, 52 anni, incensurato. Poi la parentesi dell’uccisione di Salvatore Caputo, 72 anni, imprenditore ed ex assessore comunale, considerato referente diretto del clan Moccia. Nel mezzo ci sono poi i due cadaveri fatti a pezzi e ritrovati in sacchi nelle campagne di Afragola. Quel terribile delitto sarebbe però riconducibile ad un regolamento di conti tra contrabbandieri di sigarette.

L’altra ipotesi sull’omicidio di ieri, inoltre, è quella dell’epurazione interna al clan Cennamo da parte delle nuove leve dopo la morte di ‘o Malommo. L’area nord, comunque, resta un fronte caldissimo.

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