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Agguato a “Paparella” nel fortino dei Contini. Regolamento di conti o fine dell’alleanza di Secondigliano?

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Potrebbe essere stata rapina, una trappola di un altro Clan delle zone confinanti oppure un regolamento dei conti interno al Clan d’appartenenza. Non è ancora chiara la motivazione alla base della sparatoria avvenuta ieri a Napoli in via D’Avalos, nel Vasto. Fatto sta che l’agguato a Michele De Biase, detto “Paparella”, uomo dei Mallardo è avvenuto nel fortino dei Contini, clan egemone dell’area Vasto-Arenaccia.

I Mallardo e i Contini sono uniti nell’organizzazione criminale nota come “Alleanza di Secondigliano, fondata verso la fine degli anni ’80 da tre persone: Edoardo Contini, detto “il Romano” dell’Arenaccia, Francesco Mallardo detto “Ciccio ‘e Carlantonio” di Giugliano e Gennaro Licciardi detto “la Scimmia” di Secondigliano.

I primi due sono legati anche da saldi rapporti di parentela perché hanno sposato le sorelle Aveta, mentre una terza sorella ha sposato Patrizio Bosti, braccio destro di Edoardo Contini.

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L’agguato ad un luogotenente dei Mallardo in una zona controllata da un Clan alleato da vita a molteplici interpretazioni. Che sia minato l’equilibrio interno alla Alleanza di Secondigliano? Un’ipotesi difficilmente perseguibile.

Altra ipotesi potrebbe essere quella di un “avvertimento” lanciato proprio dall’interno del Clan a Paparella, forse per qualche situazione legata agli affari del sistema, eseguito dagli alleati storici dei Mallardo ossia i Contini.

In ogni caso, si sono perse le tracce di Michele De Biase. Gli agenti di polizia del commissariato di Giugliano e la squadra mobile di Napoli stanno eseguendo continue perlustrazioni per trovare Paparella, vivo o morto.

 

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