Storia di degrado e abbandono quella che arriva dall’agro nocerino, in provincia di Salerno. Un bimbo è stato legato a un passeggino e tenuto al buio per tre anni, senza uscire di casa, senza giocattoli, e costretto a mangiare solo biscotti e omogeneizzati. La vicenda horror è raccontata da Il Mattino.
Il piccolo è stato scoperto soltanto grazie all’intervento dei carabinieri, intervenuti su segnalazione dei nonni paterni, entrambi ottantenni, che vivevano con lui. Il bimbo non sapeva né camminare né masticare e veniva picchiato selvaggiamente non appena cominciava a piangere. La vicenda risale al 2011, ma è venuta a galla solo oggi dopo che la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal padre biologico contro lo stato di adottabilità del minore, oggi affidato a nuovi genitori e parzialmente riabilitato.
I carabinieri scoprirono il piccolo rinchiuso in una stanza dopo che intervennero nel corso di una lite in casa, in cui la nuora stava massacrando di botte la suocera tentando di fracassarle il cranio con un vaso di ceramica. La scena che si ritrovarono davanti i militari dell’Arma fu straziante: la stanza è buia, il piccolo è nella culla, denutrito, legato al passeggino. Vicino a lui confezioni di psicofarmaci, libri e riviste. Scatta la segnalazione al tribunale per i minori che, con urgenza, il 25 febbraio colloca il piccolo, che ha 3 anni, in una comunità. Nell’autunno 2012, il piccolo viene affidato a una nuova famiglia.
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