Alfie Evans ha smesso di lottare. Il suo cuore ha smesso di battere nel corso della notte tra venedì 27 e sabato 28 aprile. Ad annunciarlo è sua madre, la diciottenne Kate James, su Facebook: “Il nostro bambino è diventato un angelo alle 2.30 di questa notte. I nostri cuori sono spezzati. Grazie a tutti per il supporto”. Poi il messaggio del padre, Thomas Evans: “Il mio gladiatore ha posato il suo scudo e ha spiccato il volo alle 2.30. Sono completamente distrutto. Ti amo, ragazzo mio”.
Entrambi si erano battuti per mesi per poter proseguire le cure che tenevano in vita il bimbo di 23 mesi, affetto da una malattia neurodegenerativa incurabile. La loro causa era stata sostenuta da molti – tra cui lo Stato italiano che ha dato la cittadinanza sperando che in questo modo i genitori avrebbero ottenuto il suo trasferimento al Bambin Gesù di Roma – ma non dal Paese d’origine della famiglia, la Gran Bretagna. Secondo i tribunali del Regno Unito e i medici che avevano in cura Alfie, proseguire i trattamenti non avrebbe comportato nessuna speranza di guarigione e avrebbe anzi inflitto al bambino un accanimento terapeutico inutile e doloroso. Per questo, lo scorso lunedì erano state staccate le macchine che tenevano in vita il piccolo Aflie e ora, dopo quasi 5 giorni, il bambino è deceduto.