Allarme ragno violino in Italia. “Sono precipitata in un incubo, per la puntura di un ragno”: è il racconto di una delle tante vittime. Ieri, dopo l’allarme lanciato dal quotidiano Leggo, tanti i lettori che hanno scritto per segnalare vecchie punture e casi sospetti. Perché il Loxosceles rufescens, questo il nome scientifico del ragno violino, colpisce in tutta Italia e soprattutto nel periodo estivo.
La tesimonianza rilasciata al giornale è di Alessia Assenso, trentenne romana, ancora stravolta dall’accaduto.
Come si è accorta del morso del ragno? “Giovedì sera stavo scendendo dalla mia auto e ho sentito un leggerissimo pizzico al malleolo, dopo pochi minuti ho visto che c’era un puntino di sangue. Non mi sono allarmata, mi sono solo chiesta cosa mi avesse punto. Durante la serata è arrivato il prurito e nella notte ha iniziato a gonfiarsi il collo del piede. La mattina seguente il piede ha continuato a gonfiarsi in maniera evidente ed ho usato una crema antistaminica. Non ero spaventata, non potevo immaginare che fosse grave”.
Quando ha deciso di contattare un medico? “Sabato sono andata dalla parrucchiera e lei, vedendomi il piede, si è preoccupata ed ha composto il numero del centro anti-veleni del Policlinico Gemelli. E’ stata la mia salvezza, la ringrazierò sempre per questo. Mi hanno consigliato di continuare a usare la crema e di tenere d’occhio la situazione: in caso di vomito, vertigini e diarrea sarei dovuta correre al pronto soccorso del Gemelli”.
È stato necessario? “Purtroppo sì: sabato sera, dopo 48 dalla puntura, a cena ho iniziato a stare male. Il piede era molto dolorante e sono corsa in bagno con forti attacchi di vomito e diarrea. Sono andata subito al Gemelli e mi hanno trattenuta per tre giorni con cure antibiotiche, cortisone e analisi del sangue per monitorare i valori sballati dei globuli bianchi.
Un’esperienza difficile? “Sì. Mai avrei immaginato una cosa simile. – risponde ancora a Leggo – Se avessi saputo che esisteva un’eventualità di questo tipo, sarei andata prima in ospedale: spero che il mio racconti serva ad altri per muoversi in tempo”.