“Che cos’è la camorra? È un’organizzazione… una scelta di vita che… magari… voi avete scelto la vita di giornalista, io ho scelto la vita per la musica e loro hanno fatto una scelta di vita che va rispettata”. E’ polemica sulle parole di Anthony Ilardo, cantante neomelodico napoletano 30enne, all’inviato di La7, Carlo Marsilli, nell’intervista andata in onda nel corso dell’ultima puntata di Non è l’arena.
La festa per la scarcerazione dei boss
Il cantante, già finito poche settimane fa al centro della bufera per aver partecipato alla festa per la scarcerazione di due boss a Monteruscello, intervistato dice: “Non posso schierarmi con le posizioni di chi si definisce un cantante anticamorra, come Rocco Hunt, perché io sono andato a lavorare per una persona che c’ha precedenti e mi dà il pane per far mangiare i miei figli – sostiene ancora il cantante –. Magari non posso condividere, ma non mi permetto di giudicare”. Poi il giornalista gli chiede di un episodio di cui è stato protagonista di recente: “Il signor Silvio mi disse di salutare Carlo e io ho salutato Carlo, anche se non so chi è perché non sono della zona. Poi l’ho saputo dopo dai giornali“.
Il riferimento è proprio a quel concerto organizzato da Giovanni Illiano e Silvio De Luca, che lo scorso 31 ottobre misero su una festa di piazza non autorizzata a Monterusciello, una frazione di Pozzuoli. I due, esponenti del clan Beneduce-Longobardi, festeggiarono in quel modo il loro ritorno a casa dopo una lunga detenzione. In quell’occasione a esibirsi per i due pregiudicati e i loro invitati alla festa abusiva c’era anche Anthony Ilardo a cui a un certo punto Silvio De Luca, detto ‘o Nanetto, chiese di salutare Carlucciello ‘o Fantasma, al secolo Carlo Avallone. Quest’ultimo è in carcere dal 24 dicembre 2017, bloccato dalle forze dell’ordine dopo essersi reso autore di una serie di reati nel tentativo di prendere il controllo delle attività criminali della zona, approfittando dello smantellamento del clan egemone.
Le parole del cantante
Ma Ilardo di tutto questo dice di non sapere nulla. Ma spiega che per lui non è un problema essere ingaggiato da un personaggio del genere: “Ripeto: non condivido la sua scelta di vita, ma va rispettata – afferma –. Io purtroppo faccio il mio lavoro. Altrimenti datemi voi un lavoro e io non canto più”. E ancora: “Non credo che questo sia un modo per legittimare la camorra e a mio figlio, dovendogli spiegare quello che faccio, direi che il padre è un cantante, che può cantare per il gioielliere, l’operaio e per chi ha precedenti penali. Chi lo paga, per quello va a cantare”.
Il commento di Borrelli
Sulla questione è intervenuto il consigliere regionale, Francesco Emilio Borrelli: “Nella trasmissione “Non è l’Arena” di domenica sera ho avuto modo di assistere a due servizi che hanno evidenziato ancora una volta che metodi camorristici e malcelate simpatie per gli ambienti criminali caratterizzano alcuni cantanti neomelodici – scrive Borrelli in una nota –. Dallo studio abbiamo avuto modo di assistere alla vergogna di Tony Colombo e del suo staff che, incalzati dalle domande di una giornalista sui rapporti con il clan Marino, hanno pensato bene di sottrarle lo smartphone, cancellandole un video, prima di appropriarsi della sua Go-Pro, arrivando a masticare la scheda SD pur di cancellare i reperti. Un atteggiamento violento e ingiustificabile, adottato con metodo camorristico”.
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