Armi e truppe al completo: l’Esercito Italiano è in “asset di combattimento”

Lancia un messaggio chiaro la circolare diramata dai vertici dell’Esercito italiano due giorni fa: le truppe devono essere pronte a combattere. Una svolta senza precedenti nell’assetto militare del Paese dopo anni di missioni di pace, interventi di soccorso e attività di monitoraggio sul territorio. I battaglioni devono essere al completo e l’artiglieria in grado di fronteggiare uno scontro bellico qualora le minacce di Putin richiamino l’Italia alla guerra dopo 80 anni dalla Seconda Guerra Mondiale.

Lo Stato di pre-allerta

Le caserme italiane sono entrate in uno stato di pre-allerta. Gli organici al momento devono restare al massimo delle loro capacità. Da qui la scelta di bloccare i congedi anticipati. Non è però l’unica direttiva impartita tramite la circolare. Infatti un altro dettaglio trasmesso dal Ministro della Difesa riguarda – come spiega il Messaggero – i militari in ferma prefissata: vanno collocati subito nei reparti definiti “in prontezza”, cioè quelli che in caso di emergenze e battaglie devono scendere subito in campo e senza preavviso.

L’addestramento delle truppe

Lo stato di pre-allerta comporta anche il “war fighting”, termine che già di per sé evoca, in inglese, il fantasma della guerra ma che di fatto si riferisce all’organizzazione di un piano di addestramento che coinvolga tutti i militari presenti sul territorio. Tradotto: le truppe italiane devono collocarsi in asset di combattimento. I primi a essere chiamati in causa sono i reparti di artiglieria: «Ciascun reggimento deve essere addestrato a operare sia nel ruolo di supporto diretto sia in quello di supporto generale – scrive il capo dell’Ufficio comando del capo di Stato maggiore, Bruno Pisciotta – Tutte le unità in prontezza devono essere alimentate al 100 per cento, con personale “ready to move”, anche ricorrendo all’istituto del “comando”». Assenza ridotte al minimo, stop alle esercitazioni non indispensabili e addestramento curato nei dettagli.

I mezzi militari

Infine l’ultimo capitolo riguarda cannoni e artiglieria. Il generale Pisciotta ordina di provvedere al raggiungimento dei “massimi livelli di efficienza” per mezzi cingolati, sistemi d’arma, artiglieria ed elicotteri. Un aspetto difficile da curare, visto che l’artiglieria dell’Esercito, negli ultimi anni, ha subito una vera e propria cura dimagrante dovuta alle politiche di risparmio nel capitolo delle spese militari imposte dal Governo centrale. Ora occorre riorganizzarsi e farlo presto, nella speranza che la recente evoluzione degli scenari internazionali non facciano passare l’Italia dallo stato di pre-allerta a quello di allerta vero e proprio, che significherebbe l’entrata in guerra.

Ti potrebbe interessare

Torna in alto