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Arzano, soffiate per pezzi di ricambio e lavoretti in casa: il patto tra il carabiniere Improta e la camorra

Giuseppe Improta Arzano Carabiniere Arrestato
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Le prime intercettazioni, ed i primi sospetti, già nel 2019. Poi tutto archiviato. Fino alla svolta nel 2022 quando vengono arrestati Pietro e Pasquale Cristiano, che quasi subito iniziano a collaborare con la giustizia. Facendo riaprire anche quel fascicolo. Sono accuse pesanti che hanno portato all’arresto di Giuseppe Improta, 58 anni, l’ex comandante dei carabinieri della tenenza di Arzano, accusato di essere stato al soldo del clan della 167, articolazione arzanese della cosca degli Amato-Pagano. Il luogotenente dal 2021 lavorava alla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli.

Arzano, soffiate per pezzi di ricambio e lavoretti in casa: il patto tra il carabiniere Improta e la camorra

Improta, secondo le indagini della Dda, avrebbe ricevuto per anni soldi e anche pezzi di ricambio di auto, lavori di manutenzione domestica, in cambio di soffiate, protezioni e piccoli e grandi favori, per tenere i Monfregolo e i Cristiano al riparo dalle indagini dell’anticamorra di Napoli, avvertendoli della presenza di telecamere nei pressi delle loro abitazioni e degli arresti in arrivo. Le vicende finite sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti vanno dal 2015 al 2023.

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Nel 2019 gli inquirenti captano una conversazione del boss in auto: “E quando ti pigliavi il 1000 euro tutto apposto? … spero a dio che stanno le cimici qua dentro…”. E le cimici c’erano davvero ma servivano altri riscontri. Una quota fissa mensile più altri piaceri. Ora il gip ha emesso una misura cautelare in carcere per quattro dei sei indagati tra cui figurano il sottufficiale dei carabinieri e tre delle cinque persone ritenute tra elementi di vertice e spicco del clan, alcuni dei quali sono collaboratori di giustizia. Tra gli arrestati anche il carrozziere Aldo Bianco, 68 anni, accusato di aver svolto il ruolo di intermediario tra gli uomini della cosca e il sottufficiale. Contestazioni alle quali, ovviamente, ora il carabiniere e gli altri indagati potranno rispondere durante gli interrogatori di convalida.

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