Arzano, tensione in un bar tra giornalisti e boss del clan Monfregolo. La denuncia di Sandro Ruotolo

Arzano. Tensione in un bar tra due giornalisti, sotto scorta, e i boss del clan Monfregolo. A denunciare l’accaduto è il senatore Sandro Ruotolo, fondatore del Comitato di Liberazione dalla camorra dell’area Nord di Napoli.

Arzano, tensione in un bar tra giornalisti e boss del clan Monfregolo: “Cosa bisogna aspettare?”

“Cosa bisogna aspettare ancora? Due giornalisti, uno dei quali sotto protezione, entrano in un bar di Arzano a prendere un caffè. Entrambi fanno parte del comitato di liberazione dalla camorra dell’area Nord di Napoli”, racconta Ruotolo.

“Poco dopo – prosegue il senatore del Gruppo Misto – entrano nel bar gli esponenti di spicco del clan Monfregolo, con aria di sfida. Il boss, il fratello e il guardaspalle. Vi immaginate la scena? La scorta è in allarme. La tensione è altissima. I due giornalisti escono dal bar. E, giustamente, un attimo dopo vanno a denunciare l’accaduto ai carabinieri”.

Gli investigatori sostengono che omicidi, stese e attentati nell’area Nord di Napoli dipendono dalla guerra tra i clan Monfregolo e Cristiano. I Monfregolo – aggiunge – sono quelli della 167 di Arzano che occupano abusivamente le case. Verrà il giorno in cui i camorristi saranno cacciati dalle case? Attendiamo con fiducia che si concludano in tempi rapidi le indagini della magistratura sui clan dell’area Nord di Napoli”.

L’escalation di violenza non accenna a fermarsi nell’area nord di Napoli. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, è avvenuto a Frattamaggiore. Due sere fa decine di colpi di pistola sono stati esplosi contro le vetrine e le serrande di tre pizzerie della città. Colpito in mattinata anche un’autonoleggio della zona. I proprietari dei locali dicono “no alla camorra, ai soprusi e alla paura” attraverso un post pubblicato sulla pagina Facebook della pizzeria “Anema e Pizza” nella giornata di ieri.

Don Maurizio Patriciello: “Lo scempio della camorra continua in casa nostra”

Un grido d’aiuto arriva da Don Maurizio Patriciello, simbolo della lotta contro la Terra dei Fuochi e la camorra, al quale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso recentemente solidarietà per la bomba che fu fatta esplodere all’esterno della sua chiesa nel Parco Verde di Caivano. “Lo scempio della camorra in casa nostra continua. Noioso. Pericoloso. Imperterrito – scrive padre Maurizio in un post su Facebook -. Tra manifesti funebri a persone vive e vegete, bombe – carta fatte esplodere di notte, vetrine di pizzerie spaccate dai proiettili e spaventose” stese”. Amici lontani e vicini, ditemi voi se si può continuare a vivere così. Il Signore abbia pietà di noi”.

 

 

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