Il taglio del nastro dell’asilo nido di piazzale Dalla Chiesa, in via di realizzazione su un’area confiscata alla criminalità e finanziato con i fondi della Regione e in parte del Comune, è ancora lontano, anzi lontanissimo. Contrariamente a quanto previsto dall’assessore al ramo, nel novembre del 2013 e a margine del restyling del parco giochi della medesima area, i lavori non sono stati ancora ultimati e per il taglio del nastro occorrerà quindi attendere.
“L’asilo nido aprirà i battenti nel settembre del 2014 – annunciò nell’autunno del 2013 l’assessore Domenico D’Ambra – ospiterà trenta bambini, di età compresa tra i sei mesi e i due anni e mezzo. I lavori per il completamento della struttura termineranno in primavera”. (vedi link allegato http://www. teleclubitalia.it/stamani-il- taglio-del-nastro-del- piazzale-dalla-chiesa/121229/) .
Il motivo del ritardo? La Regione non ha ancora sbloccato i 400 mila euro previsti per la realizzazione della struttura. Finora sono stati utilizzati, secondo quanto si apprende dagli uffici comunali, 80 mila euro di quota competente all’Ente: fondi utilizzati per la prima tranche dei lavori e per pagare la ditta che si è aggiudicata l’appalto. Quello per la realizzazione dell’asilo nido comunale di piazzale Dalla Chiesa è un iter che, ciclicamente, presenta dei problemi: i lavori infatti furono interrotti dapprima nel 2009 per una questione legale di piccola rilevanza, poi a causa di uno stop ai finanziamenti decisi dalla giunta Caldoro. E ancora: a causa dei ritardi del Comune di Marano, che per mesi non era riuscito a comunicare alla Regione il nome del responsabile del procedimento.
Ci vollero numerose denunce mediatiche e finanche l’intervento di Striscia la Notizia per sbloccare l’impasse. I lavori ripresero un anno e mezzo fa, ma oggi la situazione è di nuovo in stand-by poiché si attende lo sblocco dei fondi da parte della giunta Caldoro. Situazione di impasse anche per la villa confiscata di via Salice che, sempre secondo quanto annunciato nel 2013 (dichiarazioni rese il 2 ottobre di quell’anno), avrebbe dovuto fungere da struttura scolastica (con fondi attinti dal bilancio comunale) e accogliere gli alunni di San Marco, un tempo ospitati nel container e poi spostati nel plesso di San Rocco.