Asl Napoli 2 Nord, screening per l’epatite: 500 positivi a HCV su 7500 pazienti

Si è concluso “Cinquanta senza C”, progetto di eradicazione intraospedaliero promosso dalla ASL Napoli 2 Nord in partnership con il provider Letscom E3, con l’obiettivo di effettuare screening per la ricerca del virus dell’epatite C in tutti i pazienti con età superiore ai 50 anni ricoverati presso i Presidi Ospedalieri della ASL Napoli 2 Nord: Santa Maria delle Grazie (Pozzuoli), Gaetanina Scotto (Procida), Civile San Giuliano (Giugliano), San Giovanni di Dio (Frattamaggiore) e Anna Rizzoli (Ischia).

Asl Napoli 2 Nord, screening per l’epatite: 500 positivi a HCV su 7500 pazienti

Il progetto è stato realizzato con il contributo di AbbVie S.r.l. e di Gilead Science S.r.l ed ha visto il coordinamento scientifico affidato alla dottoressa Maria D’Antò, responsabile del Centro prescrittore farmaci anti Hcv ASL Napoli 2 Nord e dell’Unità operativa semplice di Epatologia presso l’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli.

Fondamentale il contributo del dottor Salvatore Maddaluno, della UOC laboratorio analisi dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, al fine di ottimizzare i processi di screening e le risorse disponibili e della dottoressa Loredana Barbato, Responsabile Biologia Molecolare dello stesso laboratorio, che hanno predisposto un protocollo operativo inserendo la modalità “reflex” grazie alla quale, da un unico prelievo di sangue, è possibile valutare prima la presenza di anticorpi del virus C e successivamente, in caso di risultato positivo, senza richiamare il paziente a nuova visita, di verificare la quantificazione RNA.

Il percorso progettuale ha interessato in un primo step il Presidio Ospedaliero di Giugliano, con il coinvolgimento della UOC Patologia Clinica diretta dalla Dr.ssa Imma Piccirillo, successivamente è stato inserito anche il Presidio di Frattamaggiore con la UOC Patologia Clinica del dottor Luigi Reccia. Hanno completato il percorso i Presidi delle isole di Ischia e Procida. Nel complesso sono stati screenati 7.500 pazienti di cui: 500 sono risultati positivi all’anticorpo, 150 sono risultati viremici e, di questi, 90 sono stati messi in trattamento. A dati vanno aggiunti 40 decessi per altre cause, 10 pazienti che hanno rifiutato la terapia e altri 10 che sono poi risultati irreperibili al momento del richiamo.

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