Sono ancora incalcolabili i danni e i rischi provocati dall’incendio di Avellino alla ICS. La densa nube di fumo che si è innalzata in cielo ha sprigionato nell’aria sostanze tossiche prodotte dalla combustione di materiale elettrico.
L’Arpac sul posto
I tecnici dell’Arpac stanno monitorando la situazione. Intanto le autorità hanno disposto l’evacuazione delle aziende vicine alla ICS e delle abitazioni limitrofe. Sul posto carabinieri e polizia per tenere sotto controllo i tantissimi curiosi che si avvicinano alla zona. L’appello invece è di mantenersi lontano da Pianodardine, per comprensibili motivi di prudenza. Anche la Ferrovia, quartiere di Avellino, è sotto la minaccia della nube. I sindaci dei comuni vicini, infatti, a titolo precauzionale hanno invitato i residenti dei loro paesi a restare in casa e a tenere le finestre chiuse.
Stato di emergenza
Il prefetto di Avellino, Maria Tirone, ha dichiarato lo stato di emergenza e ha convocato il Centro Coordinamento Soccorsi per fronteggiare eventuali emergenze provocate dall’inquinamento. Vista l’entità dell’incendio, sembra che ad andare in fiamme siano numerose sostanze chimiche, altamente tossiche, derivanti dagli acidi che vengono utilizzati per le batterie delle auto, tra cui piombo e acido solforico. Per precauzione occorre tenere finestre, anditi e porte chiuse per evitare di entrare in contatto con i prodotti della combustione.
Incendio ad Avellino, i rischi per la salute
Nel breve periodo, l’inalazione dei fumi tossici può comportare malesseri transitori. I sintomi sono: vertigini, nausee, spossatezza, sensazione di soffocamento e, in un numero limitato di casi, innalzamento repentino e transitorio della temperatura corporea. Il vero problema, comunque, si presenterà nel lungo periodo. I materiali che si sono sprigionati dall’incendio, infatti, sono dei killer silenziosi che agiscono a distanza di decenni: non si potranno valutare le conseguenze del disastro nell’immediato, poiché le ricadute sulla salute degli abitanti si avranno fra dieci o vent’anni.